Oltraggio
L'eterna avversione della sinistra per il Tricolore
«La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni». L’articolo 12 della Costituzione a sinistra l’hanno dimenticato. E da tempo. Qui su Libero vi abbiamo raccontato spesso l’assordante silenzio degli esponenti progressisti su quando va celebrato o ricordato il Tricolore. E ora la furia rossa contro la bandiera si abbatte sul presidente del Senato Ignazio La Russa. La sua colpa? Aver poggiato un Tricolore sulla Panchina Rossa al Senato, il simbolo della lotta di tutto il Paese contro la violenza sulle donne.
E dopo le critiche di Annalisa Cuzzocrea su La Stampa a cui La Russa ha risposto con una lettera, la seconda carica dello Stato ha dovuto fare i conti anche con la lezioncina di Francesca Schianchi nel salottino di Propaganda Live di Diego Bianchi, meglio noto come Zoro. Le parole della cronista sono piuttosto curiose. Per attaccare La Russa la tesi è di quelle ardite: «Il presidente del Senato ha posato un Tricolore sulla Panchina rossa. Un gesto che si poteva evitare. Quella bandiera è un simbolo sovranista. Si vuole dividere, si vuole spaccare l’opinione pubblica anche su un tema come questo, quello del patriarcato. Alcuni valori come la lotta alla violenza contro le donne sono nella nostra Costituzione, sono di tutti, come l’antifascismo, quindi qual è il motivo di dover poggiare la bandiera su quella panchina?».
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I motivi, come ha sottolineato lo stesso La Russa sono parecchi, ma uno è forse più importante degli altri: questa è una battaglia di tutti, di tutti gli italiani, nessuno escluso. E dato che fino a prova contraria, con buona pace della sinistra, sotto quella bandiera ci ritroviamo tutti, lo ribadiamo, il Tricolore sulla Panchina rossa al Senato è un simbolo forte e, permetteteci, doveroso. D’altronde le lezioni sull’uso del Tricolore per “marchiare” la politica arrivano da chi forse ha dimenticato qualcosa che con umiltà vogliamo ricordare qui. Proprio sull’antifascismo qualcuno scorda che nel simbolo dell’Anpi, l’Associazione nazionale partigiani italiani, è presente un Tricolore che viene riproposto anche in ogni manifestazione pubblica che celebra la Resistenza.
Ma c’è di più. Nel simbolo dell’ormai defunto Partito Comunista Italiano c’è sempre stato il Tricolore. Fu proprio Renato Guttuso a posizionarlo sotto la falce e il martello nel lontanissimo 1953 quando realizzò per i compagni il simbolo che li accompagnerà fino al 1991. E quella bandiera che tanto è indigesta ai progressisti, i dem se la sono messa cromaticamente nel simbolo del Nazareno. Oggi i sinistri usano il Tricolore solo per le bagarre in Aula sull’Autonomia. Qualche giorno fa diversi parlamentari dem hanno esposto cartelli a strisce verdi, bianche e rosse proprio a palazzo Madama in segno di protesta contro il ministro Calderoli. L’ultimo gesto teatrale di chi fa della nostra bandiera una gadget da usare quando fa comodo.
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