Il caso
Toscana, manutenzione dei fiumi: esposto di Fratelli d'Italia
La manutenzione del territorio, specie degli alvei e degli argini dei fiumi, come si è visto in alcune zone dell’Emilia Romagna e in Toscana, è un presupposto importante di prevenzione a fronte di piogge di grande portata. C’è un sindaco di un piccolo Comune toscano che ha iniziato la sua battaglia di trasparenza ed efficienza sul consorzio di bonifica che comprende il suo territorio. Lui è Michele Giannini, esponente di Fdi che guida la giunta di Fabbriche di Vergemoli (Lucca). E ha inviato un esposto all’Anac (Autorità Nazionale Anticorruzione) per accendere un faro sulla gestione del Consorzio di Bonifica 1 Toscana Nord. I consorzi di bonifica, lo ricordiamo, sono enti pubblici economici a base associativa. È la Regione Toscana a esercitare attività di indirizzo e controllo su questi enti. Nel caso in questione, si tratta di una filiera politico-amministrativa molto spostata a sinistra. Ma cosa solleva, Giannini, nel suo esposto? C’è un un dato di partenza: 134 milioni di euro di costi per la messa in sicurezza dell’area di competenza (64 comuni tra Lucca, Massa e Pisa) nel periodo 2019-2024. Si dirà: bene, così ci si impegna e si investe sulla manutenzione del territorio. In realtà ci sono svariati dubbi che tutto ciò sia svolto a regola d’arte. Dubbi che si ricavano anche dal lavoro di una Commissione Speciale istituita a Lucca, per esaminare le criticità nella manutenzione del famoso “Condotto Pubblico”, un’arteria idraulica che attraversa il cuore della città. Peraltro, c’è anche un altro problema che viene segnalato nella comunicazione all’Anac, e cioè che secondo un altro esposto presentato da privati alcuni rifiuti dragati dal condotto sarebbero stati smaltiti come terra di scavo, ma pagati come rifiuti speciali proprio dal Consorzio in questione.
Un’altra anomalia segnalata riguarderebbe gli oneri perla sicurezza sui cantieri della ditta che interviene per opere come lo sfalcio dell’erba. Di solito ammontano al 2 o 3% del capitolato d’appalto, invece nei casi presi in esame ammonterebbero anche quasi al 50%. Insomma, una serie di temi aperti. Su cui il condizionale è d’obbligo, certo, ma su cui il primo cittadino di Fabbriche di Vergemoli spiega perché è opportuno compiere degli accertamenti. «Da quando la gestione degli alvei fluviali è passata dai Comuni ai consorzi - spiega Giannini - la situazione non è migliorata.
E temiamo che l’enorme massa di denaro spesa non porti ai risultati che tutti vorremmo. Il problema è come questo denaro viene utilizzato. Le criticità esposte dalla Commissione Speciale del Comune di Lucca sono evidenti, e non potevo rimanere con le mani in mano». Cosa rischia il territorio? «Quello che è accaduto a Firenze, Campi Bisenzio, oppure in Emilia Romagna. Lavori fatti male che poi portano all’esondazione dei fiumi. Laddove fosse comprovato anche il contenuto dell’esposto sugli smaltimenti dei rifiuti, si rischierebbe anche un danno ambientale. Insomma, la questione non è leggera e io non faccio i salti di gioia. Però l’iniziativa va assunta. Se tutti sappiamo e chiudiamo gli occhi, poi non cambia mai nulla».