A cuore aperto

Luca Zaia, la rivelazione sulla moglie: "Andavo via di casa, lei piangeva". I giorni del terrore

"È stata provatissima durante il Covid": Luca Zaia, governatore del Veneto, lo ha detto a proposito di sua moglie Raffaella in un'intervista al Corriere della Sera. Poi, scendendo nel dettaglio di quel periodo difficile, ha aggiunto: "Avevo presidi fuori casa, minacce di tutti i tipi, gente che ha fatto filmati con le istruzioni per arrivare a casa mia. Ha sofferto tanto la prima fase, io andavo via da casa, lei piangeva: non sapevi se ti infettavi e morivi". 

Parlando del rapporto con sua moglie, il presidente di Regione ha raccontato: "Me la presentò un amico con cui lavoravo in discoteca. Siamo sposati dal 1998 e non ha idea di quante proposte mi fanno i settimanali per posare con lei sul divano, in cucina. Ma ho sempre voluto proteggerla". Zaia, poi, ha rivelato di essere credente: "Chierichetto fino a 14 anni. Prima tunica nera, poi con tunica rossa da 'senior'. Assistente del sacerdote". Tuttavia, ha aggiunto, non ha mai pensato di farsi prete.

 

 

 

Infine, su Umberto Bossi ha raccontato: "Lo conobbi la prima volta 34 anni fa. Era un leone, inavvicinabile. Mi sembrava Che Guevara. Non beveva alcolici, solo Coca-Cola. E fumava il sigaro. Ho questa immagine in testa: una cena post comizio, lui sopra al tavolo, super magro, adrenalinico, con la mano tutta nervi che reggeva il mozzicone. E sotto una distesa di lattine". E ancora: "Noi ragazzi eravamo ammaliati dalla sua figura. Mettevamo i manifesti sui platani, scrivevamo sui muri. Bossi ci diceva sempre: i muri sono i libri del popolo. E andavo anche io. Una volta per avere la tessera della Lega dovevi fare tre anni di militanza e c’era il tutor che verificava che andassi veramente a fare le scritte".