Odio
Albania, quando la toga rossa attaccava Giorgia Meloni per la foto con la figlia
"Eccoti, con la tua cartella enorme, ad affrontare il primo giorno delle elementari. Ci teniamo mano nella mano, mentre andiamo incontro alle nostre sfide più difficili. Ricorda quello che ti ho detto: non sarà la rabbia a darti la forza di andare avanti né l'ambizione o l'ego e l'invidia. Solo l'amore può darti l'energia che serve a non abbassare mai la testa, a non smarrirti, a non preferire le scorciatoie. Fallo con amore e non ti fermerà nessuno. Buon viaggio, amore mio".
Era il 12 settembre 2022. Giorgia Meloni affidava ai social un messaggio con tanto di foto per celebrare il primo giorno di scuola di sua figlia Ginevra. Tutto molto normale: una madre che si commuove alla vista della sua bambina che diventa grande. Ma perché, a due anni di distanza, parliamo ancora di questo post? Ebbene, oggi scopriamo che la giudice Alessandra Marrone - la toga incaricata di seguire il caso Albania - aveva speso alcuni minuti del suo tempo per postare un commento sotto il messaggio della leader di Fratelli d'Italia. Il motivo? Attaccarla, ovviamente: "Ah, non sono la rabbia, l'ego, l'ambizione e l'invidia a muoverla? Sentendola parlare con quel vocione rabbioso mi sembrava l'opposto ma mi sarà sbagliata...".
Come riporta il Tempo, se la Marrone è anti-Meloni la sua collgea Damiana Colla è anti-Cav. L'altra firmataria della sospensione è salita alla ribalta dopo che emise alcune sentenze a favore di Massimo Fini, Marco Travaglio, Peter Gomez e il Fatto Quotidiano, pronunciandosi proprio contro Silvio Berlusconi. Il magistrato aveva stabilito che non era diffamatorio definire l'ex premier un "delinquente". Né tantomeno un "terrorista, malavitoso, pregiudicato". O, ancora, scrivere che "ha gettato una minorenne nelle braccia di una putt*** o che è "sospettato di aver cominciato la sua carriera di imprenditore grazie ai soldi della mafia"