Videomessaggio
Giorgia Meloni, "la carta della disperazione": come affonda la sinistra a Bologna
"Mi dispiace non essere a Bologna, perché ho fisicamente bisogno di vedervi, di stare in mezzo a voi, per ricordarmi che c'è tantissima gente, fuori dalle stanze dei bottoni, che tifa per noi perché tifa per l'Italia": la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, lo ha detto in videocollegamento al comizio di chiusura della campagna elettorale del centrodestra per le Regionali in Emilia-Romagna. Dell'assenza della premier ha parlato anche la candidata di destra Elena Ugolini: "Ringrazio Giorgia per il modo in cui sta governando il nostro Paese. Non è qui fisicamente, ma è qui moralmente, è rimasta a Roma perché è il presidente di tutti gli italiani e in questo momento deve portare a casa degli obiettivi fondamentali per tutti. Questo vuol dire governare. Vuol dire essere il presidente di tutti, non solo di una parte".
La Meloni ha poi risposto al Pd, che l'ha accusata di non avere il coraggio di presentarsi a Bologna. "Non sono riuscita ad arrivare in tempo, la scorsa settimana ho rinviato la riunione coi sindacati. L'ho rinviata a oggi. La riunione oggi è durata 6 ore e mi ha impedito di arrivare fisicamente in tempo a Bologna - ha dichiarato -. Ho letto che il Pd ha detto: 'la Meloni non ha il coraggio di andare a Bologna'. La settimana scorsa diceva che non avevo il coraggio di incontrare i sindacati. Io ho il coraggio di fare sempre quello che faccio perché posso dare conto delle mie posizioni".
La premier, poi, ha parlato della regione chiamata al voto il prossimo weekend: "L'Emilia Romagna è uno dei polmoni pulsanti del nostro sistema non grazie alla sinistra ma nonostante la sinistra che l'ha sempre governata. Nonostante un sistema di potere abituato a premiare l'appartenenza più della competenza. In tutte le roccaforti ci si trova con una classe politica così sicura di se stessa che rinuncia a governare. Non stupisce come il clima si sia surriscaldato in queste settimane, lo fanno sempre quando hanno paura di perdere il loro potere". Infine una stoccata al sindaco di Bologna Matteo Lepore: "Ho letto la sua nota stampa, in cui parla di 300 camicie nere mandate a Bologna dal governo. Questa è da sempre la carta della disperazione, quando non hanno più argomenti si giocano la carta dell'avversario impresentabile. Non so a quali camicie nere si riferiva, io ho visto solo le camicie blu dei poliziotti aggrediti dagli antagonisti". E ancora: "Diffidate di chi ha una faccia in pubblico e una in privato. Perché il sindaco di Bologna in privato mi chiede cortesemente collaborazione, in pubblico mi dà della picchiatrice fascista. Se davvero crede che io sia una picchiatrice fascista, non dovrebbe chiedermi collaborazione. Oppure è solo campagna elettorale...".