Addio Udc. Nasce il "Partito della Nazione"

Roberto Amaglio

Si volta pagina nell'Udc. A distanza di due anni da quando Casini e colleghi decisero di correre da soli a livello nazionale (entrando per un pelo nelle sale che contano con una manciata di Parlamentari) e archiviate le elezioni comunali, provinciali e regionali che, evidentemente, non hanno soddisfatto i vertici del partito, oggi Lorenzo Cesa ha aperto a un nuovo capitolo per gli ex DC, sciogliendo l'esecutivo nel corso dei lavori della direzione e varando un nuovo "Partito della nazione". "E' arrivato il momento di dar vita ad un nuovo partito che parli il linguaggio della riconciliazione nazionale, della responsabilità. Un partito dell’unità nazionale, della Nazione, che rimetta insieme il Paese e lo guidi verso il futuro modernizzandolo, riformandolo, facendolo crescere. L’Udc da sola non può realizzare un compito tanto ambizioso". "L'Udc -ha detto ancora Cesa- è un partito a cui tutti siamo affezionati, ma che è figlio di una stagione diversa, di una nostra fiducia probabilmente un pò ingenua nel fatto che questo bipolarismo sarebbe maturato da solo, che da solo avrebbe trovato il modo di non essere più condizionato dalle ali estreme. Non è andata così e per questo lo dobbiamo superare per dar vita ad un soggetto completamente nuovo". Per quanto strategie e collocazione del partito non siano chiare, le ultime frasi di Cesa prospettano la creazione di un nuovo soggetto allargato, con alleanze trasversali che sappiano unire gli scontenti sia del PDL che del PD. Tuttavia Cesa parla anche di un non meglio precisato passo indietro e apertura verso i contributi esterni. "Dobbiamo farlo non per smanie nuoviste, ma perchè solo così possiamo coinvolgere e rendere protagonisti nella costruzione del partito della nazione tutti quegli italiani, laici e cattolici, credenti e non credenti, che finora si sono tenuti ai margini della politica o che si sentono disgustati e se ne sono allontanati. Questo richiederà un passo indietro, una disponibilità ed un’apertura da parte di tutta la nostra classe dirigente periferica come di quella centrale. Chi penserà di coltivare il proprio orticello, rinchiudendosi e respingendo ogni contributo esterno, verrà lasciato solo e non avrà alcun ruolo nel nuovo soggetto che costruiremo tutti insieme". Indicazioni subito condivise da Pier Ferdinando Casini, che ha rilanciato l'opinione del suo collega. "Il partito della Nazione non potrà  essere il restyling dell’Udc, dovrà essere qualcosa di profondamente diverso. Il gesto di oggi di Cesa di azzerare gli incarichi nazionali è la dimostrazione che si vuole fare sul serio per interpretare un sentimento nazionale diffuso. C'è bisogno di pacificazione nazionale, c'è bisogno anche di fare proposte di buon senso. C'è la retorica del qui va tutto bene; noi pensiamo che purtroppo qui non vada niente bene, per cui non c'è da conservare l’esistente, ma c'è da cambiare". Ora per il "Partito della nazione" si apre la fase della conta. I candidati sono sempre quelli. Il primo è l'ex sindaco di Roma del Giubileo Francesco Rutelli, fondatore del partito "Alleanza per l'Italia". E Fini? A tal proposito, Casini rinvia la patata bollente. "Dovete chiederlo a lui, non a me".