La segretaria dem

Schlein in soccorso delle toghe rosse: "Clima di scontro alimentato dal governo"

Dopo aver parlato di "purghe", di "olio di ricino", dopo non aver fiatato sugli scontri tra antagonisti e polizia a Bologna e dopo essere rimasta muta davanti alla chiamata alla rivolta sociale lanciata da Maurizio Landini, Elly Schlein dà pure lezioni agli altri sull'abbassare i toni.

Leggere per credere: "È grave e inopportuno l’attacco costante al lavoro dei giudici e, siccome si è acuito dopo il fallimento del modello Albania, vorrei ricordare che quando arriva una sentenza della Corte di giustizia europea i giudici non possono che applicare la legge. Non si possono incolpare i giudici né le opposizioni se non si sono lette le leggi e le sentenze della Corte europea". E ancora: "Non posso che ritenere che il dialogo tra politica, istituzioni e magistratura deve essere improntato su principi di lealtà, reciproco rispetto dei ruoli e spirito costruttivo", ha sottolineato.

"Ciò non è aiutato da un clima di costante scontro istituzionale, che contestiamo, con chi oggi governa il paese", ha proseguito puntando il dito contro la volontà di "istillare il dubbio che ci sono ragioni altre dietro all’esercizio delle proprie funzioni". "Totale solidarietà mia e del Pd ai giudici minacciati e messi addirittura sotto protezione per minacce fomentate da un inaccettabile clima", ha proseguito Schlein. "Noi siamo e saremo contrari alla separazione delle carriere", ha proseguito la segretaria dem aggiungendo che "non siamo d’accordo con un approccio di nuovi reati costruiti sull’onda emotiva dell’attualità". Le parole di Schlein dopo Bologna e dopo la frase sull'olio di ricino, francamente hanno il sapore dell'autogol.