Il caso
"Siete meloniani". E giù botte ai dirigenti di FdI
Insultati e spintonati perché di destra. Anzi perché del partito di Giorgia Meloni. E quindi «fascisti». È successo ad Aosta a due esponenti locali di Fratelli d’Italia, colpevoli, secondo i loro aggressori, di aver partecipato a «una serata antifascista». E poco importa che quella fosse la serata conclusiva di un festival cinematografico e non certo un appuntamento organizzato da centri sociali o da partiti di sinistra.
Veniamo ai fatti. Aosta, notte tra sabato e domenica. Nel centro ricreativo comunale “Plus” si tiene la serata conclusiva di Frontdoc, un festival internazionale di cinema. Il programma prevede un un concerto seguito da un dj set. Verso mezzanotte arrivano Lorenzo Aiello, coordinatore di Fdi Aosta ed ex consigliere comunale, e Armando Mascaro, consigliere comunale di Saint-Pierre, un piccolo paese di 3mila abitanti. Si prendono una birra. Ma non sono affatto graditi da alcuni dei presenti. Una ragazza, forse una delle responsabili dell’evento, si avvicina ad Aiello. Gli chiede di seguirlo all’aperto, nella piazzetta.
Una volta fuori dal bar, gli dice che lui e Mascaro devono andarsene. Sono fascisti, gli spiega, e pertanto lì non li vogliono. «Ovviamente sono rientrato» racconta Aiello. È a quel punto che parte l’aggressione. Tra il bar e la piazzetta esterna, Aiello e Mascaro vengono invitati da un gruppo di giovani ad allontanarsi. Quella, gli dicono, è una «serata antifacista» e loro non devono starci. Comincia una discussione, che degenera in un diverbio. Aiello e Mascaro si ritrovano circondati dal gruppetto. Dopo le parole grosse, vola pure qualche spinta. Aiello cade per terra. Poco dopo, arrivano polizia e carabinieri. Ed è una fortuna che non si sia andati oltre. Nessuno infatti è rimasto ferito. Quando arrivano, le forze dell’ordine non notano segni visibili di violenza. E non risultano accessi al pronto soccorso. Gli agenti si limitano a identificare i presenti e a riportare la calma. Un giornalista valdostano, estraneo ai fatti, viene portato in questura per essere identificato, dopo essersi rifiutato di fornire le proprie generalità.
«Non avevo nessuna intenzione di andarmene da uno spazio pubblico e comunale» racconta Aiello. «Non sapevo neppure che vi era la serata conclusiva di Frontdoc. A quel punto, un gruppo di persone che non saprei neppure riconoscere ha cercato di farmi uscire con la forza. Ne è nato un tafferuglio, sono caduto ed è stato Philippe Milleret (un esponente del movimento indipendentista “Pays d’Aoste Souverain”, ndr) ad aiutarmi a rialzarmi. Non mi sono fatto male, ma il loro intento era quello di buttarmi fuori con la forza, oltre a dirci “fascisti di m...”. Ovviamente a quel punto sono arrivate le forze dell'ordine». Ma a sconfessare la tesi del festival antifascista sono gli stessi organizzatori che hanno preso le distanze dall’accaduto, sottolineando lo spirito inclusivo della kermesse. «Il personale del festival è intervenuto prontamente per bloccare le possibili violenze, dialogando con le parti. Il direttore tecnico in concerto con la direzione artistica ha chiamato le forze dell’ordine per porre fine a ogni incidente. I membri di Frontdoc, in alcun modo collegati a quanto sfortunatamente accaduto, condannano e prendono le distanze da ogni forma di violenza e di discriminazione» si legge in una notadell’organizzazione della kermesse.
La vicenda si sarebbe conclusa qui se non fosse perla reticenza della sinistra a condannare il gesto. Sempre pronti a lanciare intemerate nei confronti di (presunte) aggressioni da parte di qualche militante di destra, stavolta i progressisti non hanno aperto bocca. Non una riga per condannare l’accaduto; nessuna dichiarazione. A esprimere solidarietà ai due aggrediti è il loro partito, Fratelli d’Italia. Il primo a intervenire è il deputato e responsabile Organizzazione Fdi, Giovanni Donzelli. «Aggrediti perché di Fratelli d’Italia. Riconosciuti come appartenenti al Partito di Giorgia Meloni e quindi picchiati con inaudita violenza. “Qui non siete graditi voi della Meloni. Siamo antifascisti”, gettati a terra e presi a calci» scrive su Face book Donzelli. «La Schlein e gli esponenti del Pd» aggiunge «condannino senza ambiguità i giovani di sinistra che ad Aosta hanno violentemente aggredito esponenti di Fratelli d’Italia e chi era in loro compagnia. A sinistra dovrebbero aver capito che fomentare odio non porta voti, ma purtroppo rischia solo di portare violenza. Solidarietà a Lorenzo e Armando». Interviene pure il deputato Stefano Maullu. «L’aggressione verbale e fisica ai danni di due esponenti di Fdi di Aosta, considerati ospiti sgraditi ad un evento culturale aperto al pubblico, ci lascia basiti» afferma il parlamentare di Fdi. «È, purtroppo, il sintomo del clima di odio sottile che aleggia nel nostro Paese» aggiunge. Per Enzo Amich, deputato di Fdi, «tutto questo ci riporta indietro di oltre mezzo secolo e rappresenta un imbarbarimento del confronto politico che deve preoccuparci. Fratelli d’Italia è il partito votato dalla maggioranza degli italiani» prosegue «non sarà un gruppo di facinorosi, che si ostinano a non ammettere questa realtà, ad impedire al nostro partito di compiere attività pubblica e ai suoi militanti di partecipare liberamente ad eventi pubblici».