Ma per piacere
Roberto Gualtieri, la "trovata" per combattere il traffico: lavorare da casa
Alé, Roberto Gualtieri, in arte sindaco di Roma, ha trovato la maniera per non far precipitare i Re Magi nel marasma del traffico capitolino alla Befana. La bella pensata del primo cittadino sta nell’ampliamento dello smart working, per la gioia di chi ci sta addirittura dai tempi del Covid. Due sono le intese sottoscritte dal più fantasioso dei sindaci che la Città eterna abbia mai avuto. Una con la regione, con la città metropolitana, i sindacati e le imprese private: dal 24 dicembre all’8 gennaio sarà possibile usufruire del lavoro da casa «al fine di decongestionare» la circolazione. Poi, se alla fine del periodo le cose saranno andate bene, si rivedranno eventualmente per proseguire in altre date. Garantite le pernacchie da parte delle imprese. Ora, sommate il tutto allo smart warking che riguarderà i dipendenti capitolini e altre categorie del pubblico impiego i giorni a settimana saliranno da uno a due - l’illusione del sindaco è svuotare la città. A rintuzzare la creatività di Gualtieri è Fabrizio Santori, attivissimo oppositore del sindaco, capogruppo leghista, che fa notare come ormai si sia arrivato a babbo morto con la “previsione” del Giubileo. A Roma lo si sapeva da un bel po’, ma solo ora il Campidoglio si muove. E Santori affonda la lama: «Aumentare lo smart working per i dipendenti capitolini è una manovra tardiva che certifica un altro fallimento del sindaco Roberto Gualtieri nell’organizzazione del Giubileo. Non siamo contrari a questa soluzione, ma Roma Capitale non è smart: nulla si è fatto fino ad oggi per raggiungere la piena e ottimale possibilità di lavorare lontano dagli uffici con adeguata efficienza e nel pieno raggiungimento degli obiettivi che dirigenti e funzionari dovrebbero condividere con tutta la struttura, sia che lavori in presenza che da casa».
Ad esempio, chi controlla chi? E continua: «È necessario dunque riflettere su come si garantiranno i servizi ai cittadini, anche quelli offerti dalle aziende capitoline e dagli uffici comunali, a partire da Ama, solo per citare alcuni esempi concreti, dove non rispondono nemmeno alle pec per la gestione della Tari e dei servizi cimiteriali costringendo gli utenti a recarsi, sempre e comunque, agli sportelli. E poi Atac, alle prese con le pratiche per i permessi disabili e le agevolazioni per i giovanissimi. Per fare gli abbonamenti bisogna sempre e comunque recarsi alle stazioni abilitate, neanche tutte. Il Giubileo è arrivato, ma non è un evento imprevisto. E tantomeno lo sono i romani che lavorano e sono a casa loro, comunque costretti a prendere i loro mezzi privati perché il servizio di trasporto pubblico, metro e bus, fa acqua da tutte le parti. Con la città in tilt, con un traffico peggiore di quello di Bogotà, è penoso constatare che l’unica soluzione del sindaco Gualtieri è quella dello smart working». Le imprese hanno dovuto ingoiare la pretesa del Campidoglio, fidando nella conclusione dei lavori giubilari in tempo per l’inizio dell’evento. Ma in città il pessimismo è diffuso ovunque, perché la proliferazione dei cantieri lascia facilmente intuire che si arriverà in ritardo alla loro chiusura. E già la stessa Chiesa si è fatto sentire strigliando l’amministrazione comunale non poche volte.
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L’obiettivo di Gualtieri, per carità, avrebbe una logica se si fosse ricordato per tempo della necessità di evitare spostamenti in auto e migliorare la «vivibilità» del centro urbano. Ma in Campidoglio dormivano. E nessuno è davvero in grado di garantire che tutto andrà liscio, soprattutto perché si è appreso che a monitorare l’attuazione degli accordi per valutarne l’incidenza sulla mobilità nel territorio capitolino sarà proprio Gualtieri con le strutture di Roma Capitale, che potrà anche «considerare altre iniziative da mettere in campo per ottenere i risultati» dichiarati. Stiamo a posto, dicono a Roma, commercianti, artigiani e residenti che già hanno dimostrato a più riprese di non credere affatto alle promesse di ordine nella circolazione automobilistica fatte a più riprese dal sindaco con la chitarra. Ad esempio YouTube è pieno di video devastanti per l’immagine della città alla vigilia di un evento come il Giubileo. Uno spiritoso consigliere comunale della sinistra - in cambio dell’anonimato - ci ha detto che «ci vorrebbe un miracolo». Il che può strappare il sorriso per un minuto, ma poi la rabbia aumenta a dismisura per la condizione di Roma Capitale.