in vista del Consiglio

Meloni, schiaffo alla Sea Watch al Senato: "Giù la maschera, parole vergognose"

Giorgia Meloni parla di fronte al Senato in vista del Consiglio europeo del 17-18 ottobre. "Questa nuova legislatura Ue si è aperta all'insegna della preoccupazione e dell’incertezza per i mutamenti geopolitici, per l'escalation in Medio Oriente e per le molte difficoltà che attraversa l'economia europea, in parte conseguenza di questi scenari, in parte figlia degli errori del passato", esordisce il premier sottolineando però come l'Italia abbia riottenuto la propria centralità. "Se il percorso parlamentare confermerà la composizione annunciata - prosegue -, di questa squadra farà parte il ministro Fitto che la presidente von der Leyen ha voluto designare nel ruolo di vicepresidente esecutivo. Un notevole miglioramento per la nostra Nazione rispetto alla Commissione uscente". Quanto basta a far pensare al presidente del Consiglio che "è la conferma di una ritrovata centralità dell'Italia, rafforzata da un governo credibile che garantisce la stabilità politica in una fase storica instabile".

E ancora, lanciando un chiaro messaggio ai detrattori di sinistra: "Differentemente da quanto preconizzato da molti e da quanto forse sperato da alcuni, siamo in una realtà molto distante dal continuo mantra di un presunto isolamento internazionale italiano". Insomma, "non esistono più blocchi omogenei, l'interdipendenza dei nostri destini è un fatto, la centralità del nostro continente non è più scontato. Come dimostrano anche i rapporti Draghi e Letta. Questa nuova legislatura ci offre l'opportunità di scegliere cosa vogliamo essere, ci tra scegliere se essere un gigante burocratico che ci appesantisce con una selva di regole molte delle quali senza senso o cambiare marcia". 

Non resta dunque che augurarsi "che tutte le forze politiche italiane si facciano parte attiva presso le proprie famiglie politiche europee affinché questo risultato, così importante per la nostra Nazione, possa essere raggiunto rapidamente e senza inciampi, per consentire alla Commissione, in un momento così delicato, di essere pienamente funzionante dal primo dicembre". Che si mettano in disparte le divergenze, dato che "non mancheranno le occasioni per dividerci nel corso di questa legislatura europea su tanti temi su cui le diverse forze politiche hanno opinioni spesso radicalmente diverse, ma di fronte all'affermazione dell'interesse nazionale credo che abbiamo il dovere di essere uniti".

Poi il passaggio sulla guerra e gli attacchi di Israele alle basi Unifil in Libano. "Sono sinceramente preoccupata dallo scenario - ammette - nonostante gli sforzi innumerevoli nostri e dei nostri alleati. Le postazioni Unifil sono state colpite dall'esercito israeliano e io penso che questo non si possa considerare accettabile. È la posizione che l'Italia ha assunto a tutti i livelli e io stessa ho ribadito a Netanyahu. Pretendiamo che sia garantita la sicurezza dei nostri soldati" e "riteniamo" l'atteggiamento dell'esercito israeliano "ingiustificato e una palese violazione della risoluzione 1701 dell'Onu". 

Non manca il richiamo all'accordo Italia-Albania con cui il governo gestirà i centri di Schengjin e Gjiader che dovranno accogliere i migranti trasferiti. E a riguardo Meloni risponde per le rime a Sea Watch: "Considero vergognoso che l'ong definisca le guardie costiere i veri trafficanti di uomini, volendo delegittimare tutte quelle degli stati del Nord Africa e magari anche quella italiana. Sono dichiarazioni indegne che gettano la maschera sul ruolo e sulle responsabilità di chi finanzia certe ong".