Fuori dal mondo

Corto pro-Pal, i poliziotti contro Elly Schlein: "Vada a dirlo agli agenti feriti"

Tommaso Montesano

«Questa dormiva, ma che diavolo ne sa di quello che è successo in piazza?». La destinataria di questo sfogo (edulcorato) da parte di uno dei poliziotti dei reparti mobili che sabato scorso hanno dovuto fronteggiare la guerriglia dei “pro Palestina” è la segretaria del Pd, Elly Schlein. Che domenica sera, ospite di Massimo Gramellini su La7, ha minimizzato quanto accaduto a Roma: «In quella piazza c’erano anche tanti ragazzi che semplicemente volevano trovare un luogo dove manifestare per la pace. E, per fortuna, è stata una manifestazione per lo più pacifica, al netto degli scontri, dei tafferugli che ci sono stati e che comunque sono stati gestiti, purtroppo con feriti». Una frase che ha fatto imbestialire gli uomini in divisa, che hanno pagato un prezzo altissimo per le violenze degli antagonisti. «Il segretario del Pd lo vada a dire ai colleghi, 38, che sono stati feriti, con prognosi dai 10 ai 30 giorni, che si è trattato di un corteo per lo più pacifico», reagisce Domenico Pianese, segretario generale del Coisp.

UNA CREPA NEL FRONTE

Pianese ha ancora negli occhi quanto accaduto nella Capitale: «I reparti sono stati oggetto di 30 minuti di sassaiola. Hanno tirato di tutto: cartelli stradali - usati anche come ariete -, bottiglie di vetro, hanno spruzzato in faccia ai colleghi spray urticante, hanno cercato di incendiare i mezzi. Solo la prontezza dei colleghi nell’usare gli estintori ha impedito una tragedia... È inaccettabile una frase del genere, inaccettabile e irrispettosa nei confronti dei poliziotti». Di fronte all’«assalto», i rappresentanti degli agenti si aspettavano la solidarietà da parte di tutte le forze politiche. «Invece alcuni non sentono il bisogno di farlo», fa notare Pianese.
«Non possono ogni volta minimizzare per partito preso, lì in mezzo c’erano i delinquenti», conferma Fabio Conestà, segretario generale del Mosap.

«Manifestazione pacifica un tubo. In piazza c’erano persone che avevano un solo obiettivo: aggredire le Forze dell’ordine. Come si fa a parlare di corteo pacifico? È stata una guerriglia urbana, basta vedere le immagini. Ci sono stati attimi drammatici, alcuni dei nostri hanno rischiato». Un funzionario della Digos, ad esempio, ha riportato la frattura del bacino, un altro poliziotto la distorsione di ginocchio e spalle con 30 giorni di prognosi. «Di fronte a simili episodi di violenza non può essere concessa nessuna patente di legittimità», attacca Stefano Paoloni, segretario generale del Sindacato autonomo di polizia (Sap).

Schlein, sostiene, commette un errore quando distingue le due fasi della manifestazione: «Era noto a tutti che l’evento di sabato scorso fosse a rischio. Non a caso era stato vietato. Quindi chi vi ha partecipato lo stesso, e chi di fatto ha sostenuto l’appuntamento, ha dimostrato complicità». Il ragionamento di Paoloni è semplice: «La prima parte del corteo ha rappresentato la copertura che ha permesso ai violenti di provocare gli incidenti. Erano stati tutti preallertati del divieto: se l’iniziativa non avesse ricevuto adesioni, la guerriglia non ci sarebbe stata». Quanto alla segretaria del Pd, «se non prende completamente le distanze dall’evento, di fatto lo legittima e ne diventa complice. Non si può minimizzare di fronte a fatti lapalissiani».

 

 

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BASTA AMBIGUITÀ

Felice Romano, segretario generale del Siulp, è più diplomatico: «La segretaria del Pd fa un discorso più ampio, non ho notato una presa di distanza nei nostri confronti... certo, avrebbe potuto pronunciare una condanna più netta. Noi pensiamo che tutti coloro che non condannano in maniera netta corrono il rischio di diventare complici di questi soggetti. Non possono esserci spazi» a fronte di manifestanti preda del «fanatismo ideologico». Per Romano, l’obiettivo di queste mobilitazioni «non è protestare, ma mettere in discussione l’ordine costituito». Ecco perché per il futuro il segretario generale del Siulp si aspetta «una presa di distanza più netta». Nel frattempo al Senato, oggi pomeriggio, dopo il via libera della Camera inizia l’esame del “ddl sicurezza” che contiene maggiori tutele perle Forze dell’ordine. «È solo un primo passo», chiosa Romano.

 

 

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