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Generale Vannacci, "non lo escludo": la bomba da Pontida

 

Qualcuno lo ha già definito, forse esagerando, "il predellino del generale". Di sicuro Roberto Vannacci, oggi europarlamentare della Lega, ha infiammato i cuori dei presenti a Pontida, in una giornata caldissima per il popolo del Carroccio con gli interventi dal palco del segretario Matteo Salvini e di due pezzi da novanta del sovranismo europeo come i "patrioti" Viktor Orban e Geert Wilders.

Per l'ex militare, campione di preferenze alle ultime elezioni europee, una accoglienza da star al coro "Un generale, c'è un solo generale!", e poi selfie, abbracci, strette di mano, telecamere e taccuini. Chiama "medaglie" i baci sulle guance ricevute dai fan (e dalle fan) e sottolinea: "Vedete quanto calore. Dimostra che sono già nella comunità della Lega, anche se non ho la tessera. Quella è un atto formale, vedremo".

 

 

 

Sibillino anche sulle sue mosse future: "Io sono qua, io ci credo nella parola data e nell'onore", puntualizza a chi gli chiede malizioso se la Lega sia una sorta di "taxi" per le sue ambizioni personali. Quindi snocciola concetti cari ai leghisti e alla destra in generale: "La cittadinanza è l'eredità che ci siamo guadagnati con i nostri nonni sul Carso e i nostri padri attraverso sacrifici e lavoro". Perciò chiede alla platea: 'Voi se andate in Arabia saudita, dopo 5 anni vi sentireste arabi?'". 

 

 

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Torna sulla polemica con Antonio Tajani sull'immigrazione ("Ha espresso un'idea che può essere condivisa o meno, io non la condivido". E quando gli prospettano l'eventualità di una sua mozione al prossimo congresso federale della Lega risponde secco: "Ne parleremo quando ci sarà il congresso, io non escludo nulla. Io oggi faccio parete della Lega in Europa e in Italia e continuo su questa strada".