Il governatore si ricandida

Vincenzo De Luca e la guerra alla Schlein, il retroscena: "Quando ha letto quelle parole..."

Alessandro Gonzato

’O sceriffo l’aveva scritto: “Nonostante il Pd”. Il titolo del suo libro uscito giusto un anno fa era tutto un programma, che ora è diventato elettorale. Ieri il dem Vincenzo De Luca ha mandato di nuovo in malora i dem e ha rilanciato: «Non so più come dirlo, io vado avanti a prescindere, mi ricandido, chi ci sta ci sta». La Schlein non ne vuole sapere.

Lui se ne frega. Lo “sceriffo” punta a restare governatore della Campania. L’anno prossimo, stando al limite dei due mandati consecutivi, non potrebbe ripresentarsi, ma De Luca s’è messo in testa un’idea meravigliosa: introdurre un sistema di elezione indiretta in cui sarà il Consiglio regionale a consegnare con un voto di fiducia la guida dell’ente a un “consigliere eletto”. Riuscirà la magia? Vedremo.

 

 

 

LA COLAZIONE

Sabato mattina al presidente la tazzulella ‘e cafè è andata di traverso quando ha letto su tre giornali diversi che altrettanti dirigenti del Pd hanno ribadito il divieto di ricandidatura. Sandro Ruotolo ha sfruttato l’arresto del presidente della Provincia di Salerno, Franco Alfieri – fedelissimo di De Luca – per sparare dal baffone-laser: «È la dimostrazione che purtroppo il Pd è ancora un partito che ha delle clientele. Dobbiamo dire addio per sempre al partito delle fritture». Alfieri è soprannominato il “re delle fritture di pesce” da quando nel 2016 le aveva offerte ai concittadini per convincerli a votare “sì” alla riforma Boschi. Il baffo di Ruotolo, sul Fatto Quotidiano, è diventato incandescente: «Da quanti anni è in piedi il sistema di potere deluchiano? L’indagato di Caserta (Giovanni Zannini, ndr) non è iscritto al Pd, per esempio, ma è uno dei promotori della civica di De Luca. Siamo ancora nel pieno di un sistema clientelare, è ancora più urgente voltare pagina. Quando si concentra il potere, serve l’alternanza». Il baffone dem invero si prodiga in un triplo carpiato con arricciamento perché nel 2020 stava per lanciare la lista “I coraggiosi” proprio a sostegno di De Luca.

E però il baffo è in trance agonistica: «Da quanto tempo De Luca è nelle istituzioni? C’è un problema di qualità del consenso. Se si costruisce con le fritture di pesce...». Poche ore dopo il governatore del mondo (copyright Giuseppe Cruciani) ha commentato: «Vado avanti a prescindere, anche se c’è sempre qualcuno che fa domande sulla base dell’imbecillità di qualche esponente del Pd». Non è chiaro chi fosse il bersaglio.

 

 

 

Qualche maligno, ma noi non crediamo alla ricostruzione e prendiamo le distanze, sostiene che nel libro “Nonostante il Pd” ci fosse un giudizio tranciante su Ruotolo: si legge di «un membro della segreteria, anche esteticamente impresentabile, una sorta di spinone a pelo lungo».

Anche il deputato dem Marco Sarracino, dicevamo, su Repubblica ha espresso la contrarietà al terzo mandato. Gli stessi maligni hanno associato a Sarracino la carica di «nullità politica» riportata nel manuale di De Luca, ma ripetiamo che sono libere interpretazioni. Alla carica, con un’intervista al Mattino, pure il senatore Antonio Misiani a sua volta componente della segreteria della Schlein: «Credo che tutti, a partire da lui, dobbiamo misurarci da una parte con il voto parlamentare a livello nazionale, e dall’altra con le criticità giuridiche e con le condizioni politiche, nel Pd e negli altri partiti del campo progressista, che rendono non percorribile un terzo mandato. Dobbiamo aprire una stagione nuova», ha sentenziato Misiani. De Luca nel libro lo aveva definito «contatore dei piccioni a Venezia, come nel film Totòtruffa ‘62».

 

I PASSAPORTI

Nel libro però la più bersagliata è la segretaria dem. Prima una considerazione generale: «Il futuro del Pd non è garantito. Il suo declino, in assenza di una svolta sostanziale che non si vede, è fra gli scenari da non escludere». Poi il campano accusa Elly di non poter rinnovare il Pd per avere accettato alle primarie il sostegno di «tutti i principali responsabili del disastro elettorale», e il riferimento è alle elezioni politiche del 2022. Alla fine del capitolo “Dopo le primarie” lo sfottò va sul personale: «Va infine rilevata quella che a me pare perlomeno un’anomalia. Le cronache ci informano che la segretaria Pd ha una tripla cittadinanza, italiana, americana e svizzera.
Io», prosegue il testo, «credo che un leader nazionale debba garantire ai cittadini italiani che le posizioni che assume non siano influenzate da fattori estranei agli interessi nazionali». Elly, ospite di Fabio Fazio a “Che tempo che fa”, aveva risposto che De Luca avrebbe dovuto intitolare il libro “Grazie al Pd”. De Luca l’aveva presa bene: «La Schlein ha perso un’altra occasione per stare zitta». Mentre scriviamo pare che Ruotolo abbia pronto un nuovo comunicato contro De Luca. Sta facendo la punta ai baffi.