All'attacco

Pontida, il generale Vannacci: "La cittadinanza non si regala. Dopo 5 anni vi sentireste arabi?"

Dal palco di Pontida, parla il generale Roberto Vannacci, europarlamentare eletto da indipendente tra le fila della Lega. Nel giorno del raduno leghista sul mitico pratone, il generale parte da Matteo Salvini, dal processo Open Arms nel quale rischia una condanna a sei anni, un attacco della magistratura che è la principale ragione del raduno di oggi, tutti stretti attorno al leader. 

Difendere la patria, ha scandito il generale, "non è un reato, siamo tutti qui vicini a Salvini che ha difeso l'Italia. Grazie alle forze politiche che in parlamento lo hanno condannato a un processo, oggi siamo qui per difenderlo e so per certo che la magistratura decreterà la sua innocenza", ha rimarcato.

Dunque Vannacci è passato al dibattito sulla cittadinanza, marcando le distanze da Forza Italia. "Antonio Tajani ha fatto una proposta e noi non siamo d'accordo, io non sono d'accordo. Io l'ho valutata attentamente e non sono d'accordo perché la cittadinanza non si vende, non si regala, non si svende, non si mette su un banchetto del mercato - ha insistito -. La cittadinanza, eventualmente, la si guadagna. E siccome non c'è neanche la reciprocità a livello internazionale, con tutte queste nazioni che vorrebbero la cittadinanza italiana, oltre a essere la doppia cittadinanza, perché tutto gli stranieri che nascono in Italia hanno la cittadinanza dello ius sanguinis, quindi, non hanno bisogno di un'altra cittadinanza. Per quale motivo dovrei dare la doppia cittadinanza? Cos'è che spinge? Oltretutto a questi signori sono garantiti tutti i diritti tranne uno. Per quale motivo si vuole dare la cittadinanza a queste persone? Le uniche nazioni che hanno lo ius soli sono quelle che hanno basato la loro esistenza sull'immigrazione ovvero Stati Uniti, Canada, Brasile e l'Argentina", ha tuonato dal palco.

E ancora: "La cittadinanza è l'eredità che ci siamo guadagnati e che si sono guadagnati i nostri nonni sul Carso e i nostri padri con sacrifici e lavoro avendo poi il diritto di tramandarla ai nostri figli, questa è la nostra cittadinanza". E ancora, rivolgendosi ai militanti: "Voi se andate in Arabia saudita dopo 5 anni vi sentireste degli arabi?".

Il generale ha poi smentito le voci su un addio alla Lega, per l'ennesima volta. "Oggi sono qua. Chi l'avrebbe detto, vero? Dicevano che per Vannacci la Lega era un taxi e invece no. Io sono qua, io ci credo nella parola data e nell'onore. Andremo avanti tutti insieme e non ci fermeranno".

Secondo il generale, "questo è un nuovo corso della Lega, che unisce tutti e si basa sui principi di sovranità, ricchezza, tradizioni e onore, cosa che era quasi sparito dal panorama politico. Io ci credo - ha aggiunto - nella parola data e nell'onore: non ci fermeranno perché il vento soffia in tutta Europa, lo avete visto in Germania, in Francia, in Austria, da Nord sta scendendo verso Sud. Siamo tutti insieme e non molleremo di un millimetro", ha concluso il generale Vannacci.