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Stefano Bonaccini tombale sulla faida Schlein-Conte: "Oggi è ridicolo"
"Non c'è motivo per dividerci". Stefano Bonaccini, anche nell'intervista al Corriere della Sera, gioca con spregiudicatezza una partita che tra qualche tempo potrebbe perfino riguardarlo in primissima persona. Il presidente del Pd, fresco di nomina all'europarlamento con i dem e per questo costretto a lasciare la poltrona di governatore dell'Emilia Romagna, guarda al caos del centrosinistra con logica apprensione.
L'esplosione del campo largo, con Giuseppe Conte che ha rotto ogni accordo con Elly Schlein anche a livello elettorale, è partita proprio nella "sua" Emilia, con il capo dei 5 Stelle che ha posto un veto in apparenza insuperabile su Matteo Renzi e Italia Viva. Che a sua volta, ospite di David Parenzo a L'aria che tira, non gliele ha mandate a dire: "IV presenterà il suo simbolo, ero incerto ma mi ha convinto Conte", ricordando all'avvocato che in Regione è lui "l'ospite" della coalizione, essendo stato all'opposizione dello stesso Bonaccini.
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L'obiettivo di Bonaccini e tentare di ricucire l'asse Pd-Movimento, per blindare le imminenti regionali, certo. Ma forse anche per riservarsi qualche carta da papabile per Palazzo Chigi quando si tornerà a votare per le politiche e tra Schlein e Conte servirà, probabilmente, un nome capace di mettere d'accordo tutti. Dem, grillini, Alleanza Verdi e Sinistra e, chi lo sa, magari pure Azione e renziani. Un candidato premier pragmatico e non troppo connotato politicamente. Non a caso, alla domanda precisa del Corsera sul possibile nome del candidato premier del centrosinistra taglia corto: farlo "oggi è ridicolo". Anche perché rischierebbe di bruciarsi.
"La stagione dei veti e dei personalismi va archiviata - tuona l'ormai ex governatore -. Per costruire un’alternativa credibile alla destra dobbiamo tenere al centro i problemi delle persone, non i cognomi dei leader. Sanità e scuola, lavoro e diritti, transizione ecologica e politiche industriali: su questo gli elettori ci misurano. Quanto all’Emilia-Romagna, se sto ai fatti non c’è una sola ragione per dividerci: abbiamo tutti individuato in Michele De Pascale il candidato giusto, domenica ci sarà la fabbrica del programma a cui tutti parteciperanno. Su cosa dovremmo dividerci?".
Alla domanda se il Pd chiederà a Italia viva di rinunciare al simbolo, replica che "non mi occupo di simboli, ma di proposte. È quello che si aspettano gli emiliano-romagnoli". "Credo - aggiunge - di conoscere bene l’Emilia-Romagna e i suoi cittadini: premiano le proposte migliori e le persone più credibili per realizzarle. Non perderei un minuto a discutere di alchimie e fa bene De Pascale ad andare avanti confrontandosi ogni giorno su come salvaguardare e migliorare la sanità pubblica, come aggredire la questione abitativa, come mettere in sicurezza il territorio. Le dinamiche romane di palazzo e i dibattiti politicisti sono quanto di più lontano c’è rispetto alla mia terra".
"Lo dico in un momento complicato, ma credo che l’Emilia-Romagna, insieme a Liguria e Umbria, possano essere un’occasione per fare un altro passo avanti - conclude Bonaccini -. Ho rispetto del punto di vista e delle istanze di tutti, a partire da quelle di Conte. E se vogliamo fare un passo avanti bisogna parlarsi in modo continuativo e strutturato".