Ayatollah progressisti

Roma, Pd, M5s e intellettuali giustificano i violenti rossi: "Ragazzi che usano parole sbagliate"

Alessandro Gonzato

Chef Rubio, l’ayatollah di “Unti e Bisunti” e “Camionisti in trattoria” - programmi che conduceva in tivù prima di lasciare un incolmabile vuoto ieri ha invitato a pregare per l’ex terrorista Nasrallah ucciso da Israele. Lo Chef, che si chiama Gabriele Rubini, ha vomitato sui «giornali sionisti che stanno diffondendo odio antimusulmano e antisemita», ma non c’entrano le sue mangiate pantagrueliche. I conati sono di disprezzo per Israele. Lui, domani, a meno di imprevisti attacchi di stomaco sarà a Roma per la grande manifestazione - non autorizzata per motivi di sicurezza - a favore della Palestina, in realtà un nuovo pretesto per sputare veleno su Gerusalemme e l’Occidente. Sfilerà anche Gad Lerner? Nel dubbio il collega si è portato avanti. Per lui il corteo del 5 ottobre è un grido di dolore con imperfezioni lessicali: «L’ultima cosa da fare», ha spiegato, «è opporre un veto a chi nella sofferenza usa parole sbagliate». Capito? «Sfoggiando ottusa intransigenza di facciata si contribuisce all’importazione tra noi del fanatismo», ha chiarito, e noi pensavamo che i fanatici fossero quelli che inneggiano all’intifada. Passiamo (per ora) ai politici. (...)

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