Autonomia

Calderoli, sinistra affondata: "Notizia inesatta, nessun approvazione il 25 settembre"

"È inesatta la notizia secondo cui nel corso della riunione plenaria del 25 settembre si procederà alla approvazione di un documento prodotto da 12 esperti per determinare le modalità di calcolo dei bisogni standard, essendo in realtà la riunione finalizzata alla illustrazione e condivisione nell’ambito del Clep nella sua composizione plenaria di una procedura per la classificazione delle ipotesi lep in una ottica funzionale al successivo compito della Commissione tecnica per i fabbisogni standard (Ctfs), sempre a supporto della Cabina di regia lep, per garantire l’equilibrio tra fabbisogni standard e reali disponibilità finanziarie".

Il ministro per gli Affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli durante l’audizione presso la Commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale a palazzo San Macuto, intervenendo sulle tematiche relative allo stato di attuazione e alle prospettive del federalismo fiscale, replica alle contestazioni sulle modalità e i criteri adottati secondo l’opposizione per la determinazione del costo dei livelli essenziali delle prestazioni. Calderoli ricorda che "in coerenza con il proprio ruolo di raccordo con la Ctfs il sottogruppo 12 (del Clep - ndr) provvederà ad una analisi tecnica sui diversi approcci metodologici per la determinazione dei costi e fabbisogni". "Sarebbe bastata la lettura del decreto legge 2010, ad esempio l’articolo 5 per il riferimento delle caratteristiche territoriali, per evitare l’inutile polverone sollevato. L’adozione del criterio dei fabbisogni standard nella assegnazione delle risorse finanziarie agli enti territoriali permette il superamento del vecchio criterio della spesa storica - controbatte il Ministro - Parametro che non è in linea generale necessariamente coerente per la tutela effettiva e uniforme dei diritti civili e sociali nel territorio nazionale".

"Peraltro - osserva il Ministro - l’uso del criterio dei fabbisogni standard può condurre ad un potenziamento dei servizi erogati sul territorio con l’assegnazione di risorse aggiuntive laddove il fabbisogno standardizzato sia superiore alla spesa storica: spesso alla insularità, alle isole minori, alle montagne, alle aree marginali". "È proprio per quello che si parla di fabbisogno standard e non certo per aiutare qualcuno a vantaggio di altri - spiega - La stima dei fabbisogni e dei costi standard vale a stabilire l’ammontare delle risorse necessarie alla erogazione dei livelli essenziali delle prestazioni e dei relativi costi. Allo stato non è ancora avvenuta perché non è stato definito un livello essenziale e minimo delle prestazioni da garantire". Parlare quindi di "un pregiudizio ai diritti costituzionali rimane una asserzione del tutto priva di fondamento rispetto alla attività del Clep. Al contrario il metodo di calcolo sotteso ai fabbisogni standard è diretto a considerare l’effettiva necessità finanziaria di un ente e a garantire un adeguato livello dei servizi". "Il clep - riepiloga alla Commissione Calderoli - svolge un ruolo istruttorio, sottopone delle ipotesi al Ctfs che insieme a Istat e Sose... formuleranno delle ipotesi. Ma l a definizione dei livelli essenziali dei costi e fabbisogni standard, come dice Giorgetti, è il punto più alto della politica e quindi - conclude - non spetta ad organismi tecnici ma spetterà attraverso un atto di rango primario ancorché una delega con successivo decreto legislativo".