Dalla Gruber

Bocchino, la vera impresa della Meloni: "Si chiama multilateralismo, è la bella notizia"

Roberto Tortora

Quanto forte e importante sta diventando il ruolo di Giorgia Meloni all’interno dell’establishment mondiale? È la domanda che Lilli Gruber, conduttrice di Otto e Mezzo il talk di approfondimento politico di La7, pone ad uno dei suoi ospiti, cioè Italo Bocchino, direttore editoriale del Secolo d’Italia: “Giorgia Meloni fa bene ad avere i piedi in tre-quattro scarpe, questa è realpolitik e ormai possiamo dire che fa parte dell'establishment, lei che si è spesso presentata contro le elitès e contro l'establishment?".

Questa l’analisi di Bocchino: "Quello che voi chiamate camaleontismo, stare con i piedi in tre-quattro staffe, la politica del camaleonte, è una delle ricette migliori di politica estera di una Nazione. Si chiama multilateralismo, una grande nazione come l'Italia che ha un ruolo centrale geopoliticamente, perché è un pontile nel Mediterraneo, deve avere buoni rapporti con gli Stati Uniti, buoni rapporti con il presidente dell'Unione europea, buoni rapporti con l'uomo più ricco del mondo che è anche un genio che sta innovando l'umanità, pensiamo quello che ha fatto sui satelliti, sulle auto elettriche, cioè è un uomo che riesce a ‘fare’".

 

 

 

"La vera notizia, e qui parliamo dell'establishment, è che la Meloni ha ricevuto un premio importantissimo – spiega Bocchino - consegnato da uno degli uomini più innovativi e importanti del mondo come Elon Musk e può piacere o non piacere. Ma è anche un segnale che il mondo conservatore e repubblicano dà a Giorgia Meloni, riconoscendole un ruolo in Europa di apripista di una nuova destra. Io non ci rimango male quando sento dire che la Meloni fa parte dell'establishment, deve farne parte. La bella notizia è che finalmente il presidente del Consiglio italiano, tanto più donna, tanto più di destra fa parte dell'establishment mondiale, è attenzionata e riconosciuta ed è il grande successo della Meloni".

 

 

 

"Sono due i suoi grandi successi - conclude Bocchino -: in due anni riuscire ad essere un elemento centrale dell'establishment mondiale e l'altro è aver portato la politica del multilateralismo dopo decenni in cui l'Italia si era appiattita con una politica agganciata sull'Unione europea, agganciata alla Nato e agli Usa”. 



Italo Bocchino a Otto e mezzo, guarda qui il video di La7