A testa alta
Open Arms, Matteo Salvini: "In caso di mia condanna un problema per l'Italia"
Nel giorno in cui è stata confermata la presenza di Viktor Orban a Pontida (con buona pace di Repubblica, le cui indiscrezioni sull'assenza dell'ungherese sono state subito smentite), continua la mobilitazione della Lega in difesa del leader, Matteo Salvini, su cui ora pende una richiesta di condanna a sei anni per la vicenda Open Arms. In tutta Italia, dunque, ecco i gazebo del Carroccio, dove sono state raccolte migliaia di firme per esprimere solidarietà al vicepremier, colpito anche dalla richiesta di un risarcimento avanzata dalle parti civili per oltre un milione di euro.
E il caso-Open Arms, paradossalmente, si sta trasformando anche in un volano politico per Salvini: l'assalto dei magistrati ha infatti spinto il tesseramento leghista. Solo in Veneto, in 48 ore sono stati registrati 750 nuovi tesserati, mentre in Sicilia la mobilitazione dei gazebo ha favorito una impennata degli iscritti che - negli ultimi mesi - fanno registrare un segno positivo di più di mille tesserati. E la prossima domenica, si apprende, la Lega ripeterà la mobilitazione, gazebo per gazebo.
Le persone in fila per firmare ed esprimere la loro solidarietà hanno emozionato Salvini. "Dai sondaggi fino alle code nei gazebo organizzati dalla Lega in tutta Italia: sono orgoglioso perché avverto una grande dimostrazione di affetto", ha spiegato ad affaritaliani.it il vicepremier e ministro delle Infrastrutture. "Aver fermato gli sbarchi, riducendo sensibilmente morti e dispersi in mare, non può essere reato. È la migliore risposta a chi vorrebbe mandarmi in galera e farmi pagare 1 milione di euro di multa. Ho difeso l'Italia: l'ho fatto e lo rifarei", ha aggiunto.
Dunque Salvini è andato di persona a un gazebo allestito a Firenze, dove è tornato a parlare: "Ci sono decine di migliaia di persone che si sono fermate ai gazebo della Lega per ribadire il concetto che difendere i confini non è un reato, bloccare l'immigrazione clandestina non è un reato, respingere i clandestini non è un reato. Se mai ci fosse una condanna il problema non sarebbe tanto per me ma per l'Italia. Se un ministro italiano fosse mandato in carcere per aver bloccato lo sbarco di immigrati clandestini, sarebbe il via libera per trafficanti, scafisti, clandestini e balordi". E ancora: "Noi dobbiamo fermarli perché non abbiamo bisogno di questa gente", ha aggiunto Salvini, l'esito del processo Open Arms "sarà una scelta decisiva per l'Italia e gli italiani. Una mia assoluzione sarebbe invece un messaggio importante per dire che l'Italia non è il campo profughi d'Europa". Parole pesanti, quelle di Salvini, secondo cui l'esito del processo riguarda in primis le sorti del nostro Paese, piuttosto che le sue personali.