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Giorgia Meloni, l'elogio del progressista Guardian: "Capace e sorprendente. Ma quale fascista?"

"Un politico pragmatico e capace". E ancora, "ha sorpreso molte persone". Anche il Guardian plaude il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in un lungo articolo nel corso del quale ha ricostruito la carriera politica della leader di Fratelli d'Italia. Secondo il quotidiano britannico, faro del progressisimo d'oltre Manica, il premier ha "sicurezza in sé di una stella politica emergente che, dopo l'ottimo risultato alle elezioni europee solo pochi giorni prima, era il leader politico più in voga in Europa". Ancor più clamoroso il fatto che a firmare il fondo si Alexander Stille, penna che ai tempi di Silvio Berlusconi, contro il Cav, picchiò durissimo. Insomma, al di sopra di ogni sospetto. 

"Meloni ha lavorato duramente per raggiungere la rispettabilità che è sfuggita ad altri partiti di destra come il Rassemblement National di Marine Le Pen - prosegue il Guardian - È stata ricevuta alla Casa Bianca da Joe Biden ed è stata accettata dai partiti centristi all'interno dell'Ue. Ciò è ancora più sorprendente date le origini apertamente neofasciste della sua carriera". Ricordando quanto scritto sullo stesso quotidiano da Roberto Saviano poco prima dell'arrivo a Palazzo Chigi di Giorgia Meloni definita "un pericolo per l'Italia e il resto d'Europa" il Guardian osserva come la leader di Fdi "in due anni, ha sorpreso molte persone per il suo pragmatismo politico e la sua scaltrezza". Quelle di Saviano, insomma, soltanto balle.

 

 

"A capo di un partito tradizionalmente ostile all'Unione Europea, Meloni ha invece lavorato a stretto contatto con la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, e ha fatto le necessarie concessioni per ottenere finanziamenti Ue per la sua agenda interna. È emersa come una delle sostenitrici più affidabili dell'Ucraina, cosa sorprendente dati i sentimenti tradizionalmente pro-Putin nella destra europea, e ha convinto il suo 'connazionale ideologico', l'ungherese Viktor Orbán, ad approvare finalmente gli aiuti militari dell'Ue all'Ucraina. È riuscita a spostare l'Ue verso la sua posizione sull'immigrazione, espandendo notevolmente un programma per pagare i paesi nordafricani per fermare il flusso di migranti attraverso il Mediterraneo. Con la sua credibilità guadagnata a fatica, Meloni è riuscita a uscire dalla cella neofascista in cui i suoi critici hanno cercato di confinarla". Sul fronte interno, si chiede il Guardian, "la vera Giorgia Meloni è una fascista nascosta o una democratica conservatrice?".

Domanda fondamentale, poiché nella risposta si premette che "forse non ha importanza" perché "Meloni è, prima di tutto, una politica abile e disciplinata che è salita al potere conquistando un territorio di centro-destra. Lei e il suo partito hanno aumentato la loro quota di voti dal 2% al 26% in pochi anni, e non è stato facendo appello all'estrema destra o promettendo un'avventura autoritaria. Ha evitato di allearsi con Alternativa per la Germania e il Rassemblement National. Ha lasciato che la Lega di Matteo Salvini la superasse a destra, usando un linguaggio xenofobo e razzista molto più crudo di Fratelli d'Italia, e ha rubato gli elettori più moderati della Lega", conclude il Guardian. In definitiva, chi parla di rischio-autoritarismo, deriva fascista e onda nera sostiene un sacco di fregnacce. Almeno secondo il quotidiano britannico, faro del progressismo.