La segretaria dem

Schlein attacca la Rai per la replica di Salvini

Andriano Talenti

Dunque, ricapitolando. Uno diventa ministro, tenta di realizzare un punto fondamentale del suo programma elettorale - nello specifico contrastare l’immigrazione clandestina -, per questo finisce a processo, l’accusa chiede sei anni in primo grado e dovrebbe starsene lì, buono buono, aspettando il verdetto. Già, perché dopo lo scotto del procedimento giudiziario sul caso Open Arms, ora il day after dell’udienza con la richiesta di condanna vede la polemica sul video che Matteo Salvini ha diffuso sui social subito dopo la requisitoria della pm. Il vicepresidente del Consiglio appare in fondo nero e ripercorre in circa quattro minuiti quanto accaduto intorno alla vicenda della nave ong, in quei giorni dell’agosto 2019 in cui era Ministro dell’Interno. Per poi concludere: «Mi dichiaro colpevole di aver difeso l’Italia e gli italiani».

Dal Movimento 5 Stelle, attacca la vicecapogruppo al Senato Alessandra Maiorino: «Salvini si rende conto che diramando questo video sui social ha detto qualcosa di più grave che impedire alla Open Arms di attraccare? Che mina le basi del sistema democratico e costituzionale, abiura al giuramento, tradisce il proprio mandato e sobilla il proprio popolo contro uno dei poteri dello Stato?». Sobillazioni di cui non v’è alcuna traccia nel video, ovviamente, ma in certi momenti nel dibattito politico sembra valere tutto. E lo scontro sul video si sposta anche in Rai. Il Comitato di redazione di Rainews, rete del servizio pubblico, protesta: «Quasi quattro minuti di monologo sul processo Open Arms presi dai social del ministro Salvini. Ancora una volta il nostro canale usato come megafono per le dichiarazioni di un membro di primo piano del governo. Ancora una volta saltate le regole del buon giornalismo e il lavoro di mediazione di un’intera redazione». Poi arriva l’affondo: «Chi ha deciso di mandarlo in onda? Cosa dice il direttore Petrecca? Riteniamo doveroso quanto meno offrire lo stesso tempo alla controparte in questa vicenda».

 

 

Una presa di posizione da cui si innesca un corpo a corpo politico. La Lega attacca, con i parlamentari che siedono in Commissione Vigilanza: «Sconcertante polemica del Cdr di Rainews, indignato perché è stata mandata in onda la reazione di Matteo Salvini alle richieste dei pm di Palermo. In un Paese normale, questo processo non ci sarebbe mai stato e nessuna redazione avrebbe invocato la censura per un commento così rilevante. Solidarietà ai giornalisti Rai, che cercano di fare il proprio lavoro nonostante l’opposizione di tanti militanti di sinistra con contratto giornalistico». Il Pd, invece, si schiera con il comitato della rete all news. Elly Schlein afferma: «Trovo molto grave l’uso da parte del governo del servizio pubblico della Rai: dopo i 18 minuti di intervista a Sangiuliano, ieri (l’altroieri ndr) è andato in onda un video di quattro minuti di Salvini senza alcun contraddittorio che abbiamo denunciato in Vigilanza. È gravissimo che la Lega se la prenda con il Cdr di Rainews». I parlamentari dem in Vigilanza annunciano un’iniziativa, mettendo in fila il video tramesso su Rainews e i casi delle interviste dell’ex ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, al Tg1 e dell’ex presidente della Liguria, Giovanni Toti, a 5 minuti di Bruno Vespa: «Intendiamo investire di questa palese criticità anche l’Agcom. Perseverare è davvero diabolico e qualcuno dovrà rispondere di questa mortificazione della Rai». Ligi, come sempre, all’istinto di invocare qualche “autorità”.