Il patteggiamento

Caso Toti, una ferita alla democrazia subita e accettata pure dal centrodestra

Fabrizio Cicchitto*

*Presidente ReL

Caro direttore, consenta di fotografare la situazione alla luce del patteggiamento con la procura fatto da Toti che nelle motivazioni con cui è stato realizzato certamente ridicolizza l’originaria impostazione accusatoria della Procura, ma che comunque si risolve anche in una ammissione di colpa (sia pure in questo caso di una colpa lievissima). Noi invece non sottovalutiamo affatto la gravità di quanto avvenuto. Nel nostro Paese l’uso politico della Giustizia in modo scientifico fu praticato per la prima volta, e al massimo della sua potenza di fuoco, dal pool dei pm di Milano e dai famosi quattro giornali contro il Psi di Craxi, l’area di centrodestra della Dc, i tre partiti laici.

Quando però Berlusconi entrò in politica, il pool cambiò spalla al suo fucile e concentrò il fuoco contro di lui e le sue aziende. Berlusconi comunque vinse le elezioni, fece il suo primo governo, e mentre a Napoli presiedeva un convegno internazionale sulla corruzione gli fu notificato un avviso di comparizione attraverso un titolo a nove colonne sul Corriere della Sera.

 

 

 

Ancora una volta, sia pure in termini diversi, la storia si sta ripetendo. Giorgia Meloni ha una storia tutta diversa da quella di Berlusconi, per cui non può certo essere colpita per le sue dirette attività economiche. Allora, l’area di maggiore vulnerabilità del centrodestra è costituita da Regioni ed Enti Locali, come tali suscettibili di una molteplicità di attacchi non solo politici ma anche giudiziari. Il bersaglio più grosso è stato Toti, il governatore della Regione ligure, colpito fino all’arresto per un “non reato”, cioè l’accettazione certificata di contributi da operatori economici che poi hanno lavorato per la Regione. Queste contribuzioni in Italia non sono vietate dalla legge, come invece è in Inghilterra, ma Genova, sede della Regione Ligure, non è collocata in Gran Bretagna bensì in Italia.

Malgrado questo, e malgrado l’entità risibile dei contributi a fronte dei lavori successivamente realizzati dalle imprese, la Procura di Genova ha sottoposto Toti ad indagine con tanto di intercettazioni telefoniche e ambientali durate 4 anni e lo ha addirittura arrestato. Dopo di che Toti è potuto tornare in libertà solo quando si è dimesso da governatore. Quindi le elezioni regionali in Liguria sono state provocate in modo plateale dalla Procura di Genova. A nostro avviso il centrodestra non ha denunciato con la dovuta forza quello che era avvenuto, e cioè un autentico sequestro di persona che ha costituito un autentico vulnus nella dialettica politica italiana.

Adesso siamo alla vigilia della campagna elettorale e delle successive elezioni. In coerenza con quanto accaduto, la sinistra ha candidato Andrea Orlando, già ministro di Grazia e Giustizia, ed esponente di quello che è stato chiamato il partito dei giudici del Pd. Da parte sua il centrodestra ha candidato Marco Bucci, apprezzato sindaco di Genova.

Malgrado che finora non sia emersa neanche una prova di corruzione, comunque Toti sarebbe dovuto andare a processo con la certezza di passare i prossimi 7-10 anni di vita a palazzo di Giustizia. Sia pure con altissime possibilità di assoluzione, visto quello che è emerso e specialmente quello che non è stato provato. Di fronte a una tale prospettiva, Toti ha scelto la via del patteggiamento con motivazioni che riducono ad un'ombra il reato di corruzione. Nulla quaestio se si fosse trattato di un privato cittadino.

 

 

 

Invece Toti è un politico, un politico colpito con un autentico vulnus alla democrazia. Già Orlando ha colto la palla al balzo proponendosi con la sua candidatura sulla punta delle baionette della procura. Nessuno può prevedere come andranno le elezioni. Ma un aspetto che unisce aspetti tragici e risvolti grotteschi va rilevato. Da qualche tempo il centrodestra stava parlando di complotti e poi quando veniva richiesto di esplicitazioni entrava in difficoltà. Ma il complotto vero c’era, era davanti a tutti, e si trattava del sequestro di persona di un presidente di Regione. Forse se fosse prevalsa la componente garantista del centrodestra, Genova sarebbe dovuta diventare la sede di qualche grande manifestazione popolare con la partecipazione di tutto il gruppo dirigente del centrodestra, Meloni in testa. E la vicenda sarebbe stata rappresentata per quello che è stata nella realtà cioè una autentica ferita inferta alla democrazia nel nostro Paese. E forse Toti ne avrebbe tratto le motivazioni per affrontare 7-10 anni di calvario giudiziario.