Parole chiare

Daniele Capezzone e il caso Open Arms: "Chi ferma i clandestini rischia la galera"

Male, anzi male male, cioè due volte male. Male che l’accusa, nell’udienza di ieri del processo Open Arms, non contenta di concludere la requisitoria contro Matteo Salvini con una prevedibile (e abnorme!) richiesta di condanna, si sia abbandonata a considerazioni politiche, sociali e morali che non competono affatto alla magistratura. In un’aula di giustizia non vorremmo mai sentire né prediche né comizi né trattati sociologici né espressioni del tipo “fare politica sulla pelle di chi soffre” (una frase che sembra tratta da un battibecco in un talk-show o da un’invettiva pronunciata dal palco di un partito): ma in Italia, ben al di là di questo specifico caso, il nostro pare ormai un sogno. (...)

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