Manettari

Open Arms, Boldrini spara a zero su Salvini: "Anche un ministro deve rispettare la legge"

Dopo che la Procura di Palermo ha chiesto sei anni di carcere per Matteo Salvini per i fatti riguardanti il processo Open Arms, da sinistra è partita la gara a chi sciacalla di più contro il segretario della Lega. Anche se quella arrivata dall'aula bunker siciliana non è una condanna - ma solo una richiesta - sembra che dalle parti del campo largo si festeggi come se il vicepremier fosse stato condannato alla forca. Dimenticandosi che nel nostro Paese si è innocenti fino a prova contraria.

Il primo in ordine cronologico è Nicola Fratoianni, leader di Sinistra italiana. "Non è vero che il processo a Salvini è un processo all'Italia - ha scritto su Facebook il parlamentare comunista -. E non è vero che si tratta di un processo politico. Salvini tenne in ostaggio 147 persone su una nave per giorni, in violazione di tutte le convenzioni internazionali, pur di non farle scendere su suolo italiano. Utilizzò 147 vite, con uno spietato calcolo cinico - ha proseguito il leader di Sinistra italiana - per provare a forzare i Paesi europei sul salvataggio in mare e sull'accoglienza. Io ricordo bene quel periodo. Sono stato sulle navi delle Organizzazioni non governative, nel Mediterraneo, per vedere con i miei occhi l'assenza dello Stato, mentre le mani in mare chiedono aiuto dopo un naufragio. Ricordo l'odio che si abbatteva su chiunque provasse a scalfire la narrazione tossica e cattivista di Salvini e dei suoi. Eravamo i 'buonisti'. Come se essere buoni e solidali - ha poi concluso - costituisse reato".

 

Poteva mancare il commento di Laura Boldrini sulla richiesta della Procura di Palermo? Certamente no. "Anche un ministro deve rispettare la legge, incluso Salvini. La durissima requisitoria del Pm di Palermo, che ha chiesto una condanna a 6 anni, ci ricorda che il rispetto dei diritti umani viene prima della presunta difesa dei confini e che le vite in mare si salvano sempre, anche durante una guerra". Lo ha dichiarato Laura Boldrini, deputata del Pd e presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo. "Salvini, tentando di chiudere i porti, ha cercato per anni di ricattare l'Ue - aggiunge -. Per non parlare delle ripercussioni che questo ha avuto, incluse quelle sui corpi dello Stato. Ha fatto di tutto per disumanizzare i migranti, rendendoli capro espiatorio di qualsiasi problema, alimentando le paure e gli istinti più bassi delle persone. Su questo ha speculato e specula a fini elettorali e di potere. Ma anche un ministro deve rispondere alla legge, alla Costituzione e - ha concluso - al diritto internazionale". 

Dulcis in fundo, il sempre Vrede Angelo Bonelli. Questa volta non ha avuto occasione di presentare il suo solito esposto in Procura. Ma può comunque dirsi contento della richiesta del pm di Palermo. "Non si difendono i confini nazionali tenendo prigioniere in mare aperto 147 persone, tra cui donne e bambini, violando tutte le convenzioni internazionali, a partire da quelle del mare e dei diritti umani - ha dichiarato in una nota Bonelli -. Vedremo cosa deciderà il tribunale riguardo alla richiesta di condanna a 6 anni per Salvini avanzata dalla procura, ma una cosa è certa: quando era ministro, Salvini utilizzò il dramma umano delle persone migranti, che purtroppo morivano a migliaia nel Mar Mediterraneo, per mero calcolo elettorale. Oggi, Salvini eviti di fare la vittima, perché i ministri della Repubblica devono essere irreprensibili nel rispettare le leggi nazionali e le norme internazionali. Quello che è accaduto con la Open Arms, a prescindere da quella che sarà la decisione del tribunale, ha rappresentato una pagina vergognosa per il nostro Paese. Non si fanno calcoli elettorali sul dramma e - ha poi concluso - la disperazione di naufraghi che cercano di salvarsi".