Nel mirino
Maria Rosaria Boccia: contratto e audio rubato, come nasce il caso
L’annozero del caso Boccia-Sangiuliano è lunedì 26 agosto. Prima di allora, l’imprenditrice di Pompei e l’ormai ex ministro della Cultura si erano conosciuti all’inizio dell'estate. Tra loro era nata una sinergia professionale e poi una relazione, deflagrata già prima di quel giorno tardoestivo in cui la 41enne, probabilmente accecata dal livore, annuncia su Instagram: «Grazie al ministro per la nomina a consigliere del ministro per i Grandi Eventi».
Con la conseguente smentita del ministero si scoprirà che quella nomina era congelata da settimane, ma Boccia, ferita nell’orgoglio, la posta lo stesso scatenando il caos. Dopo la smentita pubblica carrellate di foto e video social (compresi quelli girati alla Camera senza autorizzazione con gli smart glasses RayBan) per dimostrare di essere organica al MiC. Si aggiunge anche Dagospia, che rilancia della documentazione che dimostrerebbe che Boccia fosse consigliere in pectore e presenziasse alle riunioni operative della tappa pompeiana del G7 della Cultura.
Il 2 settembre Sangiuliano scrive una lettera pubblica riferendo di aver valutato la nomina di Boccia come consulente a titolo gratuito. Mentre il botta e risposta continua tra post social e dirette tv, nel pomeriggio di martedì 3 settembre il ministro incontra Giorgia Meloni a Palazzo Chigi e respinge l’ipotesi di dimissioni: «Non è mai stato speso un euro del ministero, neanche per un caffè, per viaggi e soggiorni della dottoressa Maria Rosaria Boccia. Non ha mai avuto accesso a documenti di natura riservata», dice.
La notte stessa, Boccia diffonde il testo di una mail arrivata dal Gabinetto della Cultura il 10 luglio in cui si legge la sua “nomina” a consigliere e, oltre alla mail, anche l’audio di una telefonata con uno dei funzionari. In una storia successiva posta il testo di un’altra mail datata 15 luglio dall’oggetto “voli Sangiuliano/Boccia” in cui compaiono le carte di imbarco come allegati.
Nella tarda mattinata di mercoledì 4 attacca indirettamente il ministro: «Gradirei non leggere più dichiarazioni inesatte da una persona che stimo e che voglio bene». Sangiuliano la sera stessa rilascia un’intervista al Tg1 ammettendo, in lacrime, la relazione e chiedendo scusa alla propria moglie e al premier Meloni, ma si difende mostrando le ricevute delle spese sostenute dalla sua carta di credito.
Il giorno dopo, Boccia rilascia un’intervista a La Stampa, ribadendo quanto detto in precedenza e lasciando intendere di avere altri materiali che comproverebbero le sue tesi. Ieri sera, infine, Boccia compare a In Onda, ma viene anticipata dalle dimissioni del ministro. Mentre sulle spese sostenute da Sangiuliano indaga la Corte dei Conti, l’avvocato del ministro annuncia di essere pronto a presentare la denuncia contro l’imprenditrice.