Il caso
Maria Rosaria Boccia, valanga di foto e stories sui social? Il dettaglio sui follower (e la strana impennata)
Il caso di Maria Rosaria Boccia che sta toccando da vicino il ministro Sangiuliano continua ad alimentare polemiche. L'ultima puntata di questa storia riguarda la pubblicazione, nel corso della scorsa notte, di mail tra la stessa Boccia e l'ufficio di gabinetto del Mic in cui si parla della consulenza (paventata, ma mai affidata) da parte del ministero come consigliera per i "Grandi Eventi" e di trasferte per viaggi per impegni istituzionali insieme a Sangiuliano.
Di fatto le mail pubblicate nella notte non spostano di tanto il focus della questione: la consulenza, come ha sottolineato più volte il ministro, non è stata mai affidata a Maria Rosaria Boccia. Inoltre, sempre il ministro Sangiuliano, ha anche aggiunto che nemmeno un euro per un caffè è stato speso per Maria Rosaria Boccia con i soldi pubblici.
E anche nelle mail e nell'audio pubblicato nel corso della notte sui social (la Boccia a quanto pare ha l'abitudine di registrare chiamate private) non ci sarebbero evidenze che possano mettere in discussione quanto affermato dal ministro pubblicamente con una lettera a La Stampa e a palazzo Chigi in un colloquio con Giorgia Meloni. Ma attenzione. Secondo un'analisi dei suoi profili Instagram dove quotidianamente pubblica foto e mail che riguardano il suo presunto rapporto con il Mic, emerge la circostanza che da quando la stessa Boccia ha cominciato a pubblicare stories per la mancata nomina a consigliera del ministro fino ad oggi i follower sono letteralmente esplosi con 11mila "fan" in più, come sottolinea Not Just Analytics. Giusto chiedersi se dietro questo modo di agire ci sia anche il desiderio di notorietà o la vanità tipica delle vetrine social. Del resto oggi è importante avere una base di fan e follower consolidata sui social capace di aprire nuovi orizzonti professionali alla diretta interessata, come in questo caso. Supposizioni, ma spesso, come è noto, a pensar male degli altri si fa peccato, ma a volte ci si indovina...