La Cei in politica

Zuppi, il capo dei vescovi parla di tutto ma si dimentica di Gesù

Il card. Matteo Zuppi si è dimenticato quel nome come il prete aperto e progressista del film Un sacco bello di Carlo Verdone. In quella scena don Alfio dice: «Mi alzo e mi vado a lava’ le mani come quando Pilato si lavò le mani di fronte a... a...». Mario Brega tuona: «A nostro Signore! Santa Madonna, manco le basi del mestiere te ricordi! Ma che cz, Arfio!!!».

Il vescovo di Bologna di sicuro conosce «le basi del mestiere», ma pure lui si è dimenticato di nominare Gesù Cristo nella sua intervista -fiume di due pagine uscita sull’Avvenire di ieri. Mai rammentato. Certo, Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana, lì si è occupato di molte altre cose che evidentemente sono per lui essenziali, come le riforme istituzionali discusse dal Parlamento italiano: riempiono da mesi le sue interviste e le sue dichiarazioni.

Qua e là il cardinale dice anche cose condivisibili, ma il ruolo del capo della Cei è quello di trattare tutti i temi politici e solo quelli (come un premier), arrivando perfino a non nominare mai Cristo? Papa Francesco fin dal 2015 mise in guardia i vescovi dal voler tracimare in politica (che deve essere lasciata ai laici cattolici) e spiegò che loro dovevano piuttosto «essere testimoni gioiosi del Cristo Risorto per trasmettere gioia e speranza agli altri».

Ma così non è accaduto nell’intervista che ieri apriva la prima pagina di Avvenire e riempiva due pagine (circa ventimila battute): il porporato lì ha detto la sua su ogni problema politico senza mai nominare Cristo Risorto (...)

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