Eterno ritorno
Renzi, la vignetta e l'insulto: "Bucaioli!": panico nel M5s e al Fatto
Sembra un serpente che si morde la coda. L'eterno ritorno profetizzato da Friedrich Nietzsche, che nella politica italiana assume le sembianze di un navigato fiorentino sulla cinquantina. Il suo nome è Matteo Renzi: ha fatto prima il sindaco di Firenze, poi il segretario del Partito democratico e dopo anche il presidente del Consiglio. Ha portato il Nazareno a ottenere dei risultati stratosferici, grazie alla sistematica rottamazione delle vecchie colonne. Per informazioni, chiedere a Massimo Dalema e Walter Veltroni. Ma le sue fortune hanno avuto vita breve.
Complice anche l'ascesa dello storico nemico politico: il Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo e poi di Giuseppe Conte. Memorabile quella battuta pronunciata dall'ex avvocato del popolo il giorno in cui fu indicato come presidente del Consiglio del governo del cambiamento: "Renzi mi chiama collega? È professore anche lui?". Professore no. Ma scacchista, politico e stratega sì.
Il resto è storia. Due governi guidati da Giuseppe Conte, Renzi che si sfila dal Pd per fondare Italia VIva e, infine, la mossa del Cavallo per spodestare il professore e chiamare al suo posto il collega più titolato: Mario Draghi. Per questo e per tanti altri motivi, tra Matteo renzi e Giuseppe Conte non scorre buon sangue. Proprio come tra l'ex sindaco di Firenze e Marco Travaglio. Ma ora potrebbe esserci un nuovo capitolo della saga dell'eterno ritorno. Il campo largo, professato da Letta e messo in pratica da Elly Schlein, potrebbe diventare larghissimo con l'entrata di Matteo Renzi e del suo partito. E dalle parti del Fatto si stanno già preparando al peggio.
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Venerdì 30 agosto è comparsa una curiosa vignetta sulle pagine del Fatto Quotidiano, a firma Riccardo Mannelli. Nell'illustrazione si vede un Matteo Renzi in miniatura, incamiciato e incravattato con le mani rivolte al cielo in segno di aiuto. "Senza di me non vincerete mai bucaioli", si legge nella descrizione in salsa fiorentina. L'ex presidente del Consiglio si trova in mezzo a quello che sembra essere proprio un campo largo. Ma sotto l'immagine, al posto dell'espressione più citata dal centrosinistra italiano, si legge la seguente frase: "Meglio il campo lungo". Una vignetta satirica che suona come un consiglio di Travaglio a Giuseppi e che trasuda forse un certo nervosismo, comune alla redazione del Fatto e alle segrete stanze dei 5 Stelle.