Nervi tesi
Renzi alla Festa dell'Unità, da Ricci lo schiaffone Pd sul palco: "Sei stai con lui, non sei con noi"
Emozioni forti e qualche segnale di nervosismo sul palco della Festa dell'Unità di Pesaro: ritorna "a casa" l'ex segretario Matteo Renzi, oggi leader di Italia Viva ma che ha aperto ufficialmente alla alleanza con Elly Schlein. Ad accoglierlo c'è Matteo Ricci, europarlamentare dem Matteo Ricci, ex sindaco pesarese e soprattutto ex "renziano". E tra i due volano parole non proprio tenerissime.
"Voglio stare in una coalizione guidata dal Pd. Voglio un'alternativa: con Elly Schlein non siamo migliori amici" ma bisogna metterla "nelle condizioni di costruire un'alleanza e noi ci saremo", ha spiegato Renzi sganciando una bombetta sul duo Travaglio-Conte. Replica Ricci: "In questi cinque anni, qualche operazione strana in giro per l'Italia l'hai fatta. Non si può stare a Genova con Bucci e in Liguria con il centrosinistra". Come dire: il bentornato non è proprio così scontato. Gli risponde Renzi: "Pirondini, candidato dei Cinque Stelle in Liguria, è uno che diceva che voleva l'esercito per la gronda a Genova. Se volete fare le cose sul serio mettiamoci intorno al tavolo e parliamo dei contenuti. Sono d'accordo a dire mettiamoci d'accordo ovunque, ma vale per tutti. Io sto con Bucci perché alle elezioni, quando eravamo il terzo polo abbiamo scelto un sindaco bravissimo. Mentre la coalizione di Bucci è in larga parte incentrata sulla destra, lui è un sindaco che ha fatto benissimo sul Ponte Morandi", aggiunge Renzi. "Io vorrei vedere Andrea Orlando e parlarci perché il mio amico Michele De Pascale, candidato del centrosinistra, è uno che quando trova un sindaco civico di tendenza di centrodestra prova a portarlo con sé. Parliamo di tutto, non ho preclusioni, ma non venite a raccontare che si fa questione sul sesso degli angeli. Perché capire se a Genova si fa la gronda o no è un tema importantissimo".
La questione del ritorno di Renzi nel centrosinistra va però oltre il tema-Liguria, dal momento che tra l'altro anche dentro Italia Viva c'è chi, come Luigi Marattin, mette in dubbio la svolta progressista. "Non mi sento un figliol prodigo. Sono molto ammirato dalle volontarie e volontari che animano le feste dell'Unità. No vengo a dire che sono tornato nel Pd. Io sono da un'altra parte. Io voglio un'alternativa che si fa anche con quelli diversi", precisa proprio a questo riguardo Renzi. "Con Elly non siamo best friend ma riconosco che merita di essere la segretaria del Pd e voglio stare in una coalizione guidata dal Pd. Se la guidasse il M5s non potrei starci. Per costruire un'alterativa non si può che partire dal Pd. Sperando che non litighi". "Oggi sono qui non da figliol prodigo ma sono qui perché penso che il centrosinistra debba ripartire. Se potessi far cadere il governo Meloni farei di tutto per farlo".
Per il centrosinistra, conclude l'ex premier, servirebbe "una Margherita 2.0 e ci vorrebbe qualcuno di nuovo a guidarla. Basta discutere delle polemiche del passato. Noi andiamo avanti a costruire uno schieramento che cerchi di portare più voti possibili al centrosinistra".