Il caso
Meloni in masseria, ecco tutta la verità dopo la bufala di Repubblica: il costo a notte per sei camere
È un’ossessione: svelti, chiamate “Chi l’ha visto!”. Repubblica è in astinenza da Giorgia Meloni: veloci, anche un dottore! Preoccupa pure il senatore di Italia Viva, Enrico Borghi, il quale viene sempre scambiato per Claudio Borghi, che è della Lega. Enrico, tutto agitato, twitta: «Leggiamo sui siti dei più importanti quotidiani nazionali che la presidente del Consiglio è irreperibile da 36 ore. Chiediamo di sapere se è in territorio italiano o no, e nel caso se abbia affidato a un altro ministro le sue deleghe». Senatore, ci rassicuri: tutto bene? «Ci sembra impossibile che ciò corrisponda al vero», fiu... «e chiediamo al governo di confermare o smentire». Oddio Borghi, allora è grave! Repubblica scrive che «la premier ha lasciato la masseria pugliese la notte di giovedì 22 agosto, da allora più nessuna notizia». «Gli scenari possibili e una domanda», titola: «È una cosa normale?». Giallo ad alta tensione. La trama entra nel vivo: «È notte, attorno all’una del mattino. Un corteo di auto blu, quello di Giorgia Meloni, lascia la masseria Beneficio», dove ha passato le vacanze con la famiglia. «Lo fa sotto gli occhi di chi vigila sulla sicurezza della leader. Direzione della premier: ignota. L’indomani mattina, all’ora del caffè» - il pathos è insostenibile, dicci Repubblica, dicci! – l’indomani mattina «l’Ansa batte la notizia: la presidente del Consiglio ha lasciato all’alba la Puglia».
Dobbiamo saperne di più. «La presidente del Consiglio è partita. Ma per andare dove? Per 36 ore, nessuno sa o vuole dirlo. Ne parla la politica, si interrogano i ministri, anche i più vicini alla leader. L’ufficio stampa, sollecitato, non risponde o non fornisce dettagli. Meloni è scomparsa dai radar. Come volatilizzata. Passo indietro a quella notte di giovedì...». No Repubblica, vai avanti. Avanti! Macché: «Primo dettaglio significativo, le auto lasciano la masseria a un orario insolito. Non ci sono cronisti che ricostruiranno l’accaduto all’alba del giorno dopo. All’una di notte, la premier non può prendere aerei di linea. Quanto ai voli di Stato, nessuna partenza significativa dagli aeroporti di Bari, Brindisi e Grottaglie: lo chiarisce una consultazione rapida dei siti specializzati». Per venirne a capo pare che siano stati contattati, nell’ordine: il Divino Otelma, Wanna Marchi, la figlia Sabrina Nobile, il loro ex braccio sinistro Mário Pacheco do Nascimento – il mago do Nascimento – conosciuto anche come “maestro di vita”, il quale vendeva talismani contro il malocchio, esercitava l’attività di cartomante e smericava sostanze dimagranti, oltre a prevedere i numeri del Lotto con la stessa precisione del mitico pendolino di Maurizio Mosca. Repubblica immagina quattro scenari: Meloni ha raggiunto la sorella in Sardegna; Meloni all’Argentario; la premier è andata in costiera amalfitana; «nel 2023 si imbarcò per l’Albania, magari ha deciso di replicare». Fino all’altro giorno Repubblica ci ragguagliava sui tuffi in piscina della Meloni, sulla Meloni che si improvvisava giudice di pallanuoto, dei pranzi «made in Puglia» fra i trulli, dei salumieri che si presentavano in masseria ricoperti di capocollo, degli ospiti che giocavano a racchettoni: ora, e li capiamo diamine, non accettano che la presidente del Consiglio non informi i segugi degli spostamenti privati. La verde Laura Zanella insorge: «È giusto che il Paese sappia dove si trovi senza che questo la renda una “sorvegliata speciale”, come pretende una sorprendente nota del suo staff». Siamo sotto le bombe di una potenza straniera: la premier si palesi! Palazzo Chigi ha appena spiegato che la presidente del Consiglio «è in Italia e ovviamente sempre reperibile per i propri compiti o eventuali necessità di carattere istituzionale, ma non significa che debba comunicare pubblicamente in dettaglio i propri spostamenti, quasi si trovasse in regime di libertà vigilata o fosse un concorrente del Grande Fratello. In quest’estate di appassionanti notizie sul suo menù quotidiano», prosegue la nota, «la pretesa di comunicarne ogni istante sta evidentemente assumendo contorni surreali: a quanto risulta, il ruolo di capo del governo non prevede ancora il braccialetto elettronico».
Sono le 19, questa la prima notizia del Tg3: «La presidente del Consiglio è irreperibile». Un sequestro? La tensione si taglia col grissino, quello che usava Toninelli per il tonno prima di denunciarne il costo, del tonno, non del grissino. Repubblica aveva perfino titolato sul prezzo del «lusso discreto del buen retiro di Meloni a Ceglie Messapica, 6 camere a 8mila euro a notte». Come fa adesso? Ah, che poi era una bufala: masseria Beneficio ha chiesto la smentita, a oggi non pubblicata: costa 1.370 euro al giorno, ma per 6 camere, non «a camera». Meloni- rilancia Repubblica- «era attesa alla festa della Taranta di Melpignano, ma la visita sembra sfumata».