Ma che bell'assistente

Ilaria Salis, il portavoce Tombolini e il rogo della Meloni: "Era Carnevale..."

Alessandro Gonzato

Il caso è chiuso: a carnevale ogni rogo vale. Anche quello del fantoccio del presidente del Consiglio, in piazza, al grido di «Brucia str***za!», declinato al femminile perché per la prima volta il capo del governo è una donna. E che non si tratti di odio ma di un gesto scherzoso – mannaggia a noi che non l’avevamo capito – lo assicurano fonti più che attendibili, “amici” di Mattia Tombolini (l’assistente di Ilaria Salis), i quali l’hanno voluto puntualizzare al Corriere della Sera.

«Agli amici», scrive il quotidiano, Tombolini «ha spiegato di quel video postato il giorno di carnevale, nel giorno stesso, il 9 febbraio, in cui nella sua cittadina, Poggio Mirteto, era stata bruciata la “pupazza”, tradizione che si ripete dal 1860». Sì, ma il rogo della Meloni e l’urlo “Brucia str***za”? «Non è la sua voce», rispondono gli “amici”, «ogni anno vengono bruciati presidenti, politici, papi, pure Bersani». Pure Bersani... E l’identico «Brucia str****za!» che Tombolini ha scritto sopra al video del rogo che ha pubblicato su Facebook (in cui si sente la voce «che non è la sua»)? L’avrà scritto qualche “manina”, chissà, forse la stessa che ha mosso le corde vocali del non-Tombolini.

 

 

 

“Gli amici” poi, riporta il Corriere, «si stupiscono dell’attenzione ricevuta». Ma siamo solo all’inizio. Come si spiegano la foto, sempre su Facebook, di quattro delinquenti che picchiano con altrettanti bastoni un poliziotto in ginocchio e il commento del Tombolini che si dice «affascinato» dalla Banda Bellini (malviventi rossi degli anni ‘70/’80)? Gli “amici” rispondono che «è un post vecchio di 12 anni ed è la copertina di un libro sulla Banda Bellini che gli era piaciuto, pubblicato dalla casa editrice dove lavorava». È la risposta, quasi identica, che Tombolini dà su Instagram a chi gli chiede conto (a volte con toni offensivi, quindi sbagliando) di tutto quello che Libero sta facendo emergere, compresi gli anni di militanza nel centro sociale “Alexis” noto alle cronache romane. Questa la risposta di Tombolini, trovate le differenze: «È la copertina di un libro in un post pubblicato 12 anni fa».

 

 

 

Gli “amici” dell’assistente della Salis sono informatissimi, e devono vivere in simbiosi con l’amico Mattia per conoscere addirittura le modalità con cui l’europarlamentare l’ha assunto: «Che incarico vogliono fargli revocare (richiesta di Fdi, ndr): è un co.co.co...». Ossia un contratto di collaborazione coordinata e continuativa, quello che di solito si applica agli “assistenti locali” assunti tramite il parlamento europeo, molto facile da revocare, basta non rinnovarlo.

 

 

 

Gli “amici” sanno un sacco di cose, mentre lo sfavillante duo Bonelli-Fratoianni che ha portato la Salis dal carcere all’europarlamento senza passare dal via continua a tacere. O meglio, Bonelli ha detto che non sa chi sia il Tombolini. Fratoianni invece, fotografato accanto a lui al congresso di Sinistra Italiana mentre scortava Sant’Ilaria protettrice delle case altrui, Fratoianni, dicevamo, preferisce pensare ad abolire il reato di occupazione abusiva. In questo caso la voce ce l’ha. Ed è la sua.