Delirio

Ilaria Salis, il portavoce insulta Meloni? La reazione del verde Bonelli

Alessandro Gonzato

 «Sono due ore che stanno provando a entrare: non ci stanno riuscendo. La resistenza sta funzionando. La cosa più importante, per chi può, sarebbe di raggiungerci». Mattia Tombolini, oggi braccio sinistro di Ilaria Salis, era barricato coi compagni nell’edificio occupato abusivamente dal centro sociale “Alexis”, in via Ostiense, a Roma. Era il 10 gennaio 2017: su Facebook ci sono i filmati. La polizia stava provando a sgomberare lo stabile utilizzato illegalmente da cinque anni. Tombolini era il capopopolo: giubbotto mimetico e megafono, lo si vede e sente mentre dalla finestra – tra le altre cose – dà degli epilettici agli agenti. Dentro le stanze ci sono materassi buttati alla rinfusa, pentole sporche, sedie e tavoli ammonticchiati.

Il tempo passa, la tensione sale, arrivano anche i carabinieri. Alla fine le forze dell’ordine, con la mediazione dell’assessore all’Urbanistica, raggiungono l’obiettivo. “Alexis” è ben noto alle cronache della capitale. Ricordiamo un altro episodio, riportato dal Manifesto: il centro sociale, insieme a Rifondazione e ad altre sigle, ha contestato duramente le denunce per violenza, resistenza, lesioni, adunata sediziosa e rapina di uno sfollagente e di uno scudo dei carabinieri mosse a vario titolo a 17 rappresentanti dei movimenti romani per il diritto all’abitare, alcuni finiti agli arresti domiciliari. «È un tentativo», ha protestato il centro sociale, «di indebolire e destabilizzare un movimento composto da migliaia di persone dalla Valle di Susa a Palermo. Il 31 ottobre (il giorno dei disordini, ndr) c’eravamo tutti in piazza».

 

 

 

IN PRIMA FILA

C’era anche Tombolini, lo scorso 6 luglio a Roma, al congresso nazionale di Sinistra Italiana, a fianco del segretario Nicola Fratoianni e di Sant’Ilaria occupatrice delle case altrui, ma in Avs - toh - nessuno sa chi sia. Angelo Bonelli, spalla di Fratoianni nell’irresistibile duo, ieri del Tombolini non si ricordava: «Non lo conosco nemmeno», ha risposto all’Adnkronos. Che piglio, il Bonelli: «Non rispondo alle sollecitazioni da parte di Fratelli d’Italia, sono loro che dovrebbero dare risposte». Molti esponenti di Fdi, dopo che Libero ha scritto dell’assunzione di Tombolini come “collaboratore locale” tramite l’europarlamento, hanno chiesto le dimissioni dell’assistente, «altrimenti la rimuovano Bonelli o Fratoianni». Niente. Ieri l’europarlamentare Elena Donazzan (Fdi) ha incalzato nuovamente i capi di Alleanza Verdi Sinistra: «Nell’entourage di chi rappresenta l’Italia nelle istituzioni europee non ci può essere spazio per gli odiatori seriali e per chi esalta la violenza come metodo di contrapposizione alle forze dell’ordine. È inquietante», ha proseguito Donazzan, «il silenzio della sinistra e del duo Bonelli-Fratoianni, sempre pronti a ergersi a paladini dei diritti. È una pagina vergognosa che lede l’immagine dell’Italia nelle istituzioni Ue».

Tombolini, lo ricordiamo, ha esultato per il rogo al fantoccio di Giorgia Meloni («Brucia, stronza!») e pubblicato foto di sprangatori rossi, la Banda Bellini da cui si dice «affascinato», mentre picchiavano un poliziotto in ginocchio. «Dal momento che il collaboratore della Salis è regolarmente registrato con un contratto di lavoro siglato dalle istituzioni europee e pagato dai contribuenti italiani», è intervenuto l’eurodeputato Francesco Torselli – anche lui di Fdi - «chiediamo le sue immediate dimissioni. Ci aspettiamo una presa di distanza da tali incitamenti all’odio da parte del partito della Salis». Campa cavallo. Fratoianni, di cui al congresso di inizio luglio Tombolini era l’ombra, parla di tutto tranne che dell’assistente della Salis: sui social il capo di Sinistra Italiana si scaglia contro l’autonomia ed esalta il salario minimo. Alcuni utenti ci provano a chiedergli conto del Tombolini, ma lui sorvola.

 

 

 

AMARCORD

Siamo tornati ai tempi dell’ormai mitologico Aboubakar Soumahoro, portato in palmo di mano in campagna elettorale e disconosciuto dopo i guai giudiziari che hanno investito moglie e suocera. “Soumahoro chi?”. Eppure che pathos aveva messo il Bonelli quando nella sala stampa di Montecitorio ne aveva annunciato la candidatura: «Ebbene, ho il piacere di annunciarvi che ha accettato di candidarsi con noi Aboubakar Soumahoro». Bonelli si commuove. Poi riparte: «Soumahoro è laureato in sociologia. Sono anche emozionato, devo dirvi...perché... sono molto emozionato». Bonelli singhiozza. «Perché Soumahoro è una figura...». Bonelli prosegue a scatti. « Difende i senza voce e i lavoratori dell’agroalimentare (...) È uno scrittore che cerca di concettualizzare le sue lotte per coniugare azione e pensiero in un’ottica della giustizia sociale e ambientale. In Italia, in Europa e a livello globale». Momenti di gloria. E allora perché, Angelo, non riviverli col Tombolini?