Testa al voto

Liguria, i sondaggi: Orlando dietro a tutti, renziani in fuga verso Toti

Pietro Senaldi

Cose turche, anzi genovesi. Il candidato che non c’è è più forte di quello già pronto. Il centro destra è andato in ferie senza trovare il nome del possibile successore del governatore Giovanni Toti, mentre il campo largo della sinistra ormai da oltre un mese ha individuato Andrea Orlando da La Spezia, storico dirigente nazionale nonché ex ministro della Giustizia e del Lavoro del Pd.

La scelta già compiuta teoricamente dovrebbe dare un vantaggio alla sinistra, tuttavia alcune rilevazioni ferragostane commissionate dal Comitato Giovanni Toti Liguria all’istituto Euromedia Research di Alessandra Ghisleri dicono l’opposto.

 

 

 

SINISTRA IN CRISI

Il dato non è stato certificato e il periodo delle ferie non dà sicurezze ai sondaggisti, mala realtà è che il campione del campo largo, malgrado il nutrito curriculum, perderebbe con tutti i papabili candidati del centrodestra, dall’ex assessora totiana, ora in Parlamento con Noi Moderati, Ilaria Cavo (data al 52,3%), al viceministro leghista Edoardo Rixi (51,3), fino agli assessori della Lista Toti Marco Scajola (52,1) e Giacomo Giampedrone (50,9) e al vicesindaco di Genova Pietro Piciocchi (50,4). Sarà per questo che da quelle parti nessuno ha fretta di scegliere il nome. Il candidato più forte, Edoardo Rixi, che si è autoescluso, è in vacanza in Canada e nulla si muoverà davvero fino al vertice del 30 agosto prossimo tra i leader nazionali della maggioranza di governo. Al momento i due nomi più accreditati sono quelli della Cavo, che ha una grande potenza mediatica e di Piciocchi, penalizzato dal fatto di essere poco conosciuto ma di grande competenza tecnica, come provato dalle venti deleghe che ha in Municipio. Fdi era disposta a cedere il passo a Rixi, che però ha rifiutato, e quindi la scelta toccherebbe ai meloniani, i quali però non vogliono indicare un loro uomo. La condizione di Fratelli d’Italia è che si vada su un civico o su un totiano. Piciocchi andrebbe bene, a meno che la Lega non lo spinga troppo, fino a farlo sembrare una sua esclusiva espressione.

 

 

 

Le notizie clamorose arrivano dall’altro fronte. I dati ufficiosi della Ghisleri hanno messo di cattivo umore Orlando, che sta passando agosto nella sua regione, ma più da turista che da candidato governatore. Il dirigente del Pd è stato tirato per i capelli per candidarsi e ora si sente abbandonato dal campo largo e dai suoi. Prima delle ferie i dem hanno blindato la coalizione per sostenere i candidati di Emilia-Romagna e Umbria ma non hanno risolto il problema ligure, dove Azione, che in Regione ha rubato consiglieri ai dem, e Italia Viva, che a Genova sostiene il governo di centrodestra, non sono ancora stati affiliati. «Ma il punto è che in Liguria, se Renzi e Calenda vanno a sinistra, nessuno li segue», spiega Toti a Libero. «Qui si vince con l’appoggio delle liste civiche, che valgono il 20% e noi presenteremo un grande listone, che comprende la mia e quelle di tutti i sindaci in carica. Abbiamo la fila di renziani e calendiani che vogliono venire con noi».

 

INDECISO

Risultato, il candidato Orlando si sente un po’ come la rana in bollitura nella pentola. Non è escluso che, se la situazione resterà immutata per ancora un paio di settimane, non approfitti di qualche pretesto per sfilarsi dalla corsa; anche perché un’eventuale sconfitta sarebbe un inciampo grave e difficilmente rimediabile nella sua carriera.

 

 

 

A fornirgli l’occasione potrebbero essere i Cinque Stelle. Relegati in posizioni di rincalzo nelle sfide in Emilia-Romagna e Umbria, i grillini battono i pugni in Liguria per far sentire il loro peso. Volevano candidare Tiziana Beghin, per due legislature loro capogruppo all’Europarlamento, ma la regola del doppio mandato, che non salterà fino all’Assemblea Costituente del partito di fine ottobre, glielo ha impedito. Quindi adesso stanno tirando fuori il nome del parlamentare Luca Pirondini, maestro di viola, già due volte consigliere comunale di Genova, approdato in Senato nel settembre 2022; sarebbe alla quarta candidatura, ma per le strane alchimie pentastellate andrebbe bene. La sensazione è che quella grillina sia una manovra di disturbo, per ottenere la vicepresidenza o punti qualificanti del programma in caso di vittoria. Orlando però potrebbe drammatizzare l’impuntatura degli alleati per far saltare il tavolo e sfilarsi anche perché, sempre stando alla Ghisleri, il 40% dei liguri ritiene che vincerà il centrodestra contro il 31% che dà invece fiducia al campo largo e il 29% di incerti.