Scintille
Italia Viva contro Arianna Meloni, la reazione di FdI
Le hanno attribuito il ruolo di principale sponsor di Stefano De Martino al posto di Amadeus. E fin qui, vabbé: gossip televisivi peraltro smentiti dal conduttore. Ma ora che si parla delle nomine grosse, consigli di amministrazione Rai o vertici di aziende di Stato come Fs, il discorso è più complesso e scatena la polemica ferragostana su Arianna Meloni, sorella del premier, in veste di deus ex machina che tutto muove. Una polemica diventata scontro tra donne, con accuse incrociate, ricorso al tema del patriarcato e appello finale alle più alte cariche dello Stato affinché intervengano a calmare le parti.
In breve. Arianna a che titolo decide le nomine? Questo si sono chiesti alcuni del centrosinistra, in primis Italia Viva, avidi lettori di retroscena left-oriented su organi di stampa che vedono fascisti ovunque. I renziani, con la senatrice Raffaella Paita in testa, devono avere letto su Repubblica o il Fatto che Arianna detta la linea su chi mettere o non mettere alla guida di società importanti pur non essendo al governo. Lei, consorte del ministro Lollobrigida, è in Fratelli d’Italia da sempre, si occupa del partito e in particolare del tesseramento, ha già tenuto qualche comizio elettorale, non manca mai agli eventi clou di Giorgia pur preferendo stare un passo indietro, come ha sempre fatto da quando sono nate: una lo scudo dell’altra. Come Sam con Frodo sul monte Fato del loro amato Tolkien.
Arianna c’è e divide gioie, ansie e risultati con la sorella, ma questo strapotere di incidere sulle nomine pubbliche evocato in qualche ricostruzione, questo cerchio magico di famiglia che ha l’ultima parola sui dossier più delicati per il Paese rappresenta una fake news e lo ha scritto ieri su Facebook.
Lo ha fatto in risposta alla Paita che aveva aperto le danze su X: «Arianna Meloni ieri era sui giornali per l’influenza sulle nomine in Rai, oggi per Fs. Non potrebbero farla direttamente ministra dell’attuazione del programma? Parentocrazia». Idem Maria Elena Boschi: «Con questa destra siamo passati dalla partitocrazia alla parentocrazia. Chiederò formalmente in commissione di Vigilanza di fare chiarezza su questa indebita invasione di campo».
In verità, a rispondere alla Paita ci ha pensato prima una batteria di dichiarazioni di molti esponenti di Fdi, tutti solidali con Arianna. Il carico lo ha messo la senatrice Domenica Spinelli tirando in ballo direttamente il maschio leader. «Patetica Paita che si presta, sotto dettatura del “padre padrone” Renzi, a muovere accuse infondate ad Arianna Meloni, colpevole solo di essere una donna libera che ha conquistato con la militanza ogni incarico e non è stata eletta in Parlamento grazie a una lista bloccata».
Lo stesso Matteo Renzi aveva parlato di «parentocrazia sfrenata e inaccettabile», sentendosi dare per tutta risposta del «capo branco» da un’altra parlamentare di Fdi, Paola Mancini, schierata a difesa delle colleghe di partito: «Ora Renzi scatena la sua muta di cani contro la senatrice Spinelli. I suoi metodi da boss fallito di provincia non intimidiranno la senatrice Spinelli e nessuno di Fdi». A quel punto da Italia Viva è partito il coro delle reazioni sdegnate: «Basta offese personali da Fdi, hanno passato il limite, sessisti e squadristi. Il presidente del Senato La Russa non dice nulla?». Alla fine è Arianna a chiudere la faccenda con un post sotto al cielo d’agosto in cui ventila una strategia per colpire la premier, sua sorella. «Non ho MAI partecipato ad alcuna riunione che abbia avuto come oggetto nomine di governo», ha scritto in risposta a Renzi e ai suoi. «Buon ferragosto a tutti!».