Pessimismo cosmico

Prodi, "Italia isolata": sparate sul governo nel giorno del suo compleanno

Che la situazione geopolitica in questo momento fosse alquanto delicata non è una novità e di certo non avevamo bisogno della lezione del professor Romano Prodi che nel giorno del suo compleanno, rilasciando una intervista a Repubblica, ha regalato una delle sue profonde e "attente" analisi su quanto sta accadendo nel mondo.

In particolare, l'ex presidente del consiglio, si dice preoccupato per "la possibilità di un incidente. In una situazione di tensioni diffuse e al momento tutte prive di soluzioni a vista. Un incidente potrebbe innescare una vera tragedia. E all’incidente ci siamo già andati vicini in più di un’occasione. Ecco, quello mi preoccupa e mi angoscia, perché tra la guerra a Est che non si ferma e quella in Medioriente che cresce, la situazione internazionale non è mai stata così fragile", spiega Prodi al quotidiano. 

 

 

 

Il professore si dice affranto per tutto quello che i suoi occhi sono costretti a guardare, tanto che non sembra credere più a nulla, nemmeno all'ipotesi della tregua a Gaza di cui si sta discutendo in questi giorni. "Se ne discute da tempo di una tregua, e ogni volta ci si spera, più che crederci. Perché qui il rischio è che si arrivi a una tregua a Gaza quando Gaza non c’è più".

Per il politico la strada è ancora lunga anche per la situazione a Est: "Ma per gli effetti sugli equilibri internazionali è ancora la guerra tra Russia e Ucraina il terreno su cui bisognerebbe riuscire a intervenire in cerca di un accordo. Ma nessun accordo ci sarà fino a che non si voterà in America, e quindi è inutile farsi illusioni, almeno per i prossimi mesi". E a proposito di America, Prodi si lancia in timide previsioni sulle elezioni presidenziali americane: "la Harris si è scelta un vice che la aiuterà, a differenza di Trump che ha scelto una sua fotocopia".

Tornando, invece, a parlare dell'Italia, l'economista spiega di non essere confortato nemmeno sotto questo fronte: "Mi sembra che nel Paese prevalga l’inedia, a tratti il nulla assoluto, il che ci sta relegando a un ruolo di pressoché totale irrilevanza. E anche questo non mi è di grande conforto".