Un settore chiave

Bologna, da Lepore accuse assurde sull'aeroporto: ma servono veri piani d'investimento

Andrea Giuricin

Le ultime settimane non sono state facili per il settore aereo visto quanto successo con i problemi informatici per le compagnie aeree. Per quello le critiche che arrivano dal sindaco di Bologna, Matteo Lepore all’aeroporto emiliano, sono quantomeno sorprendenti, visto che il problema è stato globale. In realtà siamo alle porte delle elezioni Regionali autunnali in Emilia-Romagna e sembra che il tema aeroporti possa diventare una partita scottante con la richiesta della politica di spostare parte del traffico aereo dallo scalo Guglielmo Marconi verso altri aeroporti vicini, ma sempre in regione.

Lo scalo di Bologna supererà 10 milioni di passeggeri nel 2024, con un aumento di traffico elevato come per tutti gli aeroporti italiani. Nel 2019 c’erano stati 9,4 milioni di passeggeri e l’aeroporto è stato in grado di supportare un’ottima crescita negli ultimi anni, affermandosi come uno dei maggiori aeroporti italiani. C’è da sottolineare che lo scalo è molto attrattivo anche per la zona a nord di Bologna e la richiesta politica di spostare del traffico negli aeroporti a sud della città rimane una volontà che non sembra però essere così interessante per le compagnie aeree e i passeggeri. Oltretutto Bologna è uno snodo di traffico ferroviario importante, con l’alta velocità che collega molto bene sia la dorsale Torino-Napoli che l’asse Napoli-Venezia.

 

 

Ma è evidente che la richiesta politica a fine luglio di spostare dei voli per il mese di agosto non ha un senso economico, e creerebbe problemi enormi per i viaggiatori. Bisogna poi sottolineare che da settembre non vi sarà più il picco di traffico (mentre i problemi informatici si sono ormai risolti) e la situazione sarà alleggerita. Saranno poi i viaggiatori e le compagnie aeree che potranno utilizzare altri scali regionali, ma in funzione della domanda e non in funzione di particolari richieste politiche. L’estate in corso è sicuramente complessa da affrontare per gli aeroporti visto il forte aumento di traffico aereo, ma è anche per questa ragione che negli ultimi anni gli scali hanno iniziato a fare gli investimenti per crescere.

La Società di gestione dell’aeroporto di Bologna ha iniziato nel 2023 gli ultimi investimenti che sono sempre più essenziali (come le nuove macchine per i controlli di sicurezza più rapidi), ma è chiaro che i risultati si vedranno pienamente nel 2025. L’incremento di questo anno per gli aeroporti italiani è impressionante e questo anno potremmo raggiungere i 175 milioni di passeggeri, battendo il record storico del 2023. C’è piuttosto da chiedersi come fare per aiutare a semplificare gli investimenti negli aeroporti perché nei prossimi anni ci sarà un problema di capacità. Ci deve essere un alleggerimento della procedura di autorizzazione per fare mettere a terra gli investimenti necessari a supportare la crescita del traffico aereo.

Gli scali italiani potranno superare i 230 milioni di passeggeri al 2030, ma senza grandi investimenti questo obiettivo sarà molto complesso da raggiungere. In effetti con i problemi di capacità che i nostri aeroporti rischiano di avere c’è il rischio che parte del traffico non arrivi in Italia e che si perda una possibile fonte di crescita economica. L’Italia è stata poi troppe volte bloccate dalla sindrome NIMBY («Not in my backyard», vale a dire «ok, questa cosa fatela pure ma “non nel mio giardino”, andate da un’altra parte») e questo è stato molto vero per il settore degli aeroporti dove tanti comitati locali hanno bloccato gli investimenti o addirittura ridimensionato gli scali aerei. Oltretutto durante la prima definizione del PNRR gli aeroporti sono rimasti praticamente esclusi da grandi investimenti che ora è sempre più chiaro che sono necessari.

Fare polemica politica nella settimana successiva al down informatico serve a poco. Non capire che i ritardi in un sistema interconnesso come quello aereo dipendono da fattori spesso indipendenti ad un singolo aeroporto è sorprendente. Al posto di soluzioni fantasiose politiche, tutte le parti in causa devono agire insieme per aiutare a fare gli investimenti necessari nel settore aeroportuale e spingere una crescita non solo di traffico, ma anche economica.