Toghe contro

Giovanni Toti, Antonio Di Pietro: "Un grossolano errore dei giudici"

"I giudici che hanno trattato il caso Toti non sono in malafede, né hanno agito per ideologia. Hanno commesso, a mio avviso, semplicemente un grossolano errore". A pronunciare questa frase non è un politico di centrodestra che si espone pubblicamente per difendere il governatore della Liguria. Al contrario si tratta di Antonio Di Pietro, uno dei "padri" di Tangentopoli.

L'ex magistrato, come sempre, è un fiume in piena. In un'intervista rilasciata al Tempo, ha raccontato come il caso Toti abbia delle inquietanti somiglianze come un episodio del passato che lo ha riguardato in prima persona. "Capisco lo stato d’animo di Toti, come dei partiti che lo sostengono - ha confessato DI Pietro -. Nel 1996, quando ero ministro, proprio in Liguria, per un’intercettazione in cui si diceva 'quei due mi hanno sbancato'. (solo dopo si è scoperto che la parola utilizzata era sbiancato) fui raggiunto da un avviso di garanzia. Il clamore mediatico fu incredibile. Per rispetto delle istituzioni, pur essendo amareggiato, fui costretto a dimettermi. Parliamo, quindi, di un calvario che - ha poi aggiunto - ho vissuto sulla mia pelle".

 

 

L'ex magistrato ha poi parlato anche della scelta di Giovanni Toti di rassegnare le dimissioni da presidente della Liguria. Secondo Di Pietro, la politica dovrebbe attendere l'esito delle sentenze prima di piegarsi alla volontà dei manettari. "Sul piano ideale la politica dovrebbe continuare il suo corso fino a quando una persona può essere considerata innocente - ha sottolineato l'ex ministro -. Allo stesso modo, ritengo che il peso e la responsabilità verso le istituzioni, che comunque devono andare avanti, non possano subire le conseguenze di una tragedia personale o di un eventuale errore. Questa decisione nobilita Toti che, col suo gesto - ha poi concluso -, ha evitato un danno superiore a quello per cui sta patendo".