Ignazio e Re Giorgio

Ignazio La Russa ribalta il quadro su Napolitano: "Cosa disse a me e Fini su Berlusconi"

"Dal Quirinale ha avuto un approccio interventista sulle questioni politiche. Non era una figura notarile. Ma non era come Oscar Luigi Scalfaro, non aveva cioè la smania di costruire maggioranze diverse da quelle emerse dalle urne".

Sono per certi versi sorprendenti le parole di Ignazio La Russa su Giorgio Napolitano, l'ex presidente della Repubblica che per primo nella storia italiana è stato confermato al Colle per un secondo mandato, meritandosi l'appellativo di Re Giorgio e le critiche del centrodestra per la gestione della caduta di Silvio Berlusconi nel tardo autunno del 2011

 

 

 

Intervistato dal Corriere della Sera, il presidente del Senato e fondatore di Fratelli d'Italia ammette che Napolitano, scomparso il 22 settembre dello scorso anno, "certo, non vedeva in Berlusconi la personalità giusta per guidare il Paese in quella fase politica". "L'ultima volta - riprende - andai a trovarlo insieme al presidente del Consiglio. Il loro colloquio fu complicato. Napolitano disse poi a Fini: 'Meno male che c'era La Russa a tenere a bada Berlusconi'".

"Non ricordo il tema - spiega ancora La Russa -, ricordo un momento di grande tensione durante un colloquio già molto animato in cui mi limitai a sostenere Berlusconi cercando però di smussare i toni troppo bellicosi". "Era certamente la fase finale del governo. E pochi giorni dopo - ricorda ancora la seconda carica dello Stato - il Presidente della Repubblica con me si aprì: 'Cercate di trovare una soluzione...'. Il suo atteggiamento venne additato come fosse quello di capo dell'opposizione. Credo che in realtà - annota ancora - auspicasse non un ribaltone ma un cambio di presidente del Consiglio. Cosa che non condividevo. Forse fu questo che portò Fini a certe scelte che considerai sbagliate".

 

 

 

Berlusconi, conclude il suo ragionamento La Russa, "è sempre stato per me un grande riferimento ma con Gianfranco non ho mai interrotto i rapporti. E penso che, nonostante i suoi errori, resti insieme a Tatarella la personalità senza la quale la destra moderna non sarebbe nata".