Come i centri sociali

Cacciari contro Brugnaro: "Una barzelletta deve dimettersi". Gira una voce clamorosa

Dopo quello giudiziario, è partito l'assalto politico a Luigi Brugnaro. E non sono i centri sociali a contestarlo con qualche chiassata, ma una personalità importante e influente come Massimo Cacciari, ex sindaco di centrosinistra di Venezia.

In ua intervista a Repubblica, il filosofo chiede ufficialmente un passo indietro all'attuale primo cittadino lagunare. "Non c'è dubbio" che Brugnaro debba dimettersi, "mi pare complicato portare avanti un'amministrazione in una simile situazione, senza penalizzare la città. Io certo non ne sarei capace: se lui la pensa in modo diverso, gli faccio i miei auguri".

 

 

 

Cacciari non è sorpreso dall'intreccio tra affari privati e interessi pubblici, che sta emergendo dalle indagini che hanno coinvolto la giunta di centrodestra veneziana. "Per nulla. Il cosiddetto blind trust di Brugnaro è stato fin dall'inizio una barzelletta, per altro nota a tutti. Il punto resta l'impossibilità intrinseca di superare il conflitto di interessi - prosegue -. Un amministratore che guida una città in cui ha legittimi ma diffusi ed enormi interessi personali, è destinato a scontrarsi con il muro insuperabile del conflitto d'interessi".

 

 

 

Ora, secondo il filosofo, potrebbero aprirsi orizzonti politici inediti: "Venezia e il Veneto, per ragioni diverse ma non estranee, sono a una svolta e possono entrare in una fase nuova. Spero che il centrosinistra non cada nella trappola di cavalcare la via giudiziaria. La politica si fa con le idee, con le persone e con i progetti, non con le inchieste delle Procure". E chissà che qualcuno nel cosiddetto campo largo, dopo il tutti-dentro a Roma sull'autonomia differenziata (tema assai sensibile, in Veneto) e le nostalgie prodiane, non possa ripensare proprio a Cacciari come candidato e perfetto specchietto per le allodole.