L'autogol

Alessandra Todde kamikaze: "Sardegna contro Calderoli", ma spacca la regione

Andrea Valle

Adesso manca la Puglia. Perché, con il voto di ieri, la Sardegna si è unita a Campania, Emilia Romagna e Toscana e dopo lungo travaglio, ha approvato, con i voti della maggioranza del campo largo, la richiesta di referendum abrogativo per la legge nazionale 86 sull’Autonomia differenziata, voluta dalla Lega.

Rimane in attesa di definire la sua posizione la Puglia, dopo che la commissione regionale sulle Riforme ha dato ieri parere contrario alla richiesta di referendum: le delibere andranno comunque in aula. In ogni caso, il Consiglio regionale della Sardegna ieri ha dato il via libera alle due mozioni presentate dal capogruppo del Pd Roberto Deriu: una contiene il quesito che intende abolire interamente la norma, l’altra per la modifica parziale. Eletti anche i due delegati, figure previste dall’articolo 75 della Costituzione, che presenteranno, insieme a quelli delle altre quattro regioni, i quesiti alla Corte costituzionale.

 

 

 

L’appello accorato e deciso al voto favorevole alle due mozioni, l’ha rivolto in conclusione del dibattito e prima del voto la stessa presidente della Regione Alessandra Todde, che, dimenticando, forse, di essere alla guida di una regione a statuto speciale, ha puntato in particolare sull’aspetto delle risorse. «Il bilancio dello Stato non è un bilancio differenziato, ha le stesse risorse per tutti e se consentiamo alle regioni con maggior gettito di prendersi il 90% delle risorse, noi consentiamo alle stesse regioni di andare sempre più avanti delle altre», ha detto Todde aggiungendo che «la nostra legge istitutiva della Regione è di rango costituzionale e noi stiamo permettendo a una legge ordinaria di andare a toccare una carta costituzionale». La governatrice ha ribadito che il referendum serve «a evitare che ci sia una secessione dei ricchi, questa è una battaglia per i sardi».

 

 

Ma il centrodestra ha riportato la discussione nei giusti binari. «Prima di farsi capofila della pretestuosa battaglia referendaria contro l’autonomia differenziata, la presidente della Regione Sarda, Alessandra Todde, dovrebbe acquisire una conoscenza più approfondita e accurata dell’autonomia speciale della Sardegna», ha dichiarato il consigliere Stefano Tunis, facendo notare che «l’affermazione della presidente Todde, pronunciata nell’Aula del Consiglio regionale, secondo cui lo Statuto speciale della Regione Sardegna ci è stato riconosciuto in quanto “isola, povera e con la nostra identità” è da considerarsi un’autentica assurdità. Da decenni, infatti, si ribadisce che la debolezza dello Statuto sardo risiede proprio nella mancanza di una chiara esplicitazione delle ragioni della nostra specialità. Lo Statuto speciale non contempla il riconoscimento della minoranza linguistica sarda, né include le misure che sono state riservate alle regioni transfrontaliere.

Questa mancanza rappresenta una grave lacuna che indebolisce la nostra autonomia e non risponde adeguatamente alle esigenze e alle peculiarità del nostro territorio». Insomma, la Todde riconsideri la sua posizione, è il consiglio. Intanto, per quanto riguarda il rinnovo del Consiglio regionale dell’Emilia Romagna, è stato annunciato che si voterà il 17 eil 18 novembre. Il voto anticipato deriva dal fatto che il governatore Stefano Bonaccini, dem, è stato eletto all’Europarlamento.