L'attivista

Ilaria Salis contro Meloni: "Vergogna politica, un orrore disumano", come la sbugiardano

"Sono stata detenuta per oltre 15 mesi in condizioni contrarie ai più basilari principi di umanità e ho fatto esperienza sulla mia pelle della logica punitiva e vendicativa del carcere": Ilaria Salis lo ha scritto in un post su Instagram, spiegando poi di volersi impegnare per "portare fuori la voce e i vissuti di chi soffre nelle prigioni". Secondo l'attivista, accusata di aggressione in Ungheria ed eletta eurodeputata con Avs, bisogna "mettere radicalmente a critica il sistema-carcere e ripensare dalle fondamenta il modo di risolvere i rapporti di ingiustizia nella società". 

La Salis ha sottolineato che "la situazione delle carceri italiane ha raggiunto un livello intollerabile" per via del "sovraffollamento". Poi, neanche a dirlo, ha puntato il ditro contro il governo Meloni: "Il numero dei giovani reclusi nelle carceri minorili è in vertiginoso aumento". E ancora: "Con il decreto Caivano il governo Meloni ha ampliato le possibilità di ricorso al carcere in fase cautelare per i minori". Secondo lei, "il modello che la destra al potere propone parrebbe essere quello repressivo e violento (...)". 

Sotto la sua lente critica ci finiscono alla fine anche i centri per il rimpatrio: "Non sono niente meno che campi di internamento per esseri umani la cui unica colpa è quella di non possedere un permesso di soggiorno in regola". Poi li ha definiti "un abominio giuridico, una vergogna politica, un orrore disumano". Secondo il suo assurdo punto di vista, infine, "ad essere criminalizzata non è tanto il crimine in sé ma la povertà e la diversità. Oltre che, ovviamente, il dissenso politico". Molti gli utenti in disaccordo sotto al post. Qualcuno per esempio ha commentato: "Eh si... parliamone!!! Poi ci spiega anche come uscirne". Mentre qualcun altro: "Esatto parliamo di carcere, se picchi delle persone per delle loro idee vai in carcere".