Svarioni

Pd stupefacente: fa figuracce sulla droga e attacca "Libero"

Alessandro Gonzato

La sinistra è in preda a una crisi di nervi, e lo capiamo: che figura, compagni! Volevano aggiungere un nuovo mito al loro pantheon, Luigi Giacomo Passeri, 31 anni, detenuto in Egitto; hanno urlato che è in carcere per una canna, «una piccola quantità di marijuana», ha tuonato in parlamento Laura Boldrini puntando il dito contro “le destre”; «il governo si attivi, Tajani deve rispondere alle nostre interrogazioni, Giacomo è detenuto per un motivo davvero futile», ancora la dem; e però ieri Libero ha svelato che l’accusa è di detenzione di droga e di traffico internazionale. Di qui la furia dei democratici, che hanno diffuso una nota di fuoco. Inizia così, ci torniamo più avanti, e la versione integrale la trovate nel colonnino a sinistra: «L’uso di informazioni riservate per scopi politici è un fatto molto grave e inaccettabile».

LA VICENDA

Passeri, originario della Sierra Leone, arrivato a Pescara nel ’97 e residente a Londra, è stato arrestato in un hotel di Sharm el-Sheik il 23 agosto 2023. Stando all’accusa sarebbe stato trovato in possesso di quattro tipi di droga diversi. Dopo l’arresto ha lamentato dolori alla pancia, è stato operato d’urgenza d’appendicite, e durante l’intervento i medici gli avrebbero estratto dallo stomaco sessanta ovuli di stupefacenti, dettaglio, diciamo così, che spiegherebbe quelle fitte.

«Giacomo è da 11 mesi in un carcere egiziano perché trovato in possesso di quantità per uso personale», ha ribadito la Boldrini in aula. Bramano di creare un nuovo “caso Zaki” per attaccare Giorgia Meloni, il che è già di per sé bizzarro dato che la premier e il ministro degli Esteri hanno svolto un ruolo di primo piano nel rilascio dello studente egiziano.

 

 

 

L’idea del Pd è di creare un altro martire politico e superare Alleanza Verdi Sinistra che ha portato all’europarlamento la Salis, 4 condanne, 29 denunce e una passione per le case altrui. Va però detto che Passeri non può vantare un simile curriculum, avendo nel casellario giudiziale solo una condanna per lesioni personali e un’altra per resistenza a pubblico ufficiale. Ora che Libero ha svelato che non è accusato di una bagatella, ecco la reazione: «Il gruppo del Pd», recita il comunicato, «ha sempre difeso i diritti dei nostri connazionali all’estero come Zaki, Salis, Forti e, più recentemente, Passeri a prescindere dalle imputazioni a loro carico...». Ah, ora diventa “a prescindere dalle imputazioni...”. Poi i dem, sempre più in imbarazzo, accusano la Farnesina di aver dato informazioni al nostro giornale anziché riferirle in parlamento: ci vuole un certo talento, ma al Pd non manca. «Apprendiamo da questo giornale informazioni precise sulle ragioni dell’arresto di cui non eravamo a conoscenza...», e vien da chiedersi perché strepitare in parlamento se non si sanno le cose.

 

 

 

IL SOLE PICCHIA

Irrompe Marco Grimaldi, che alla Camera è vicecapogruppo di Avs, il gruppo di Bonelli e Fratoianni: «Pensare che un reato più grave giustifichi trattamenti disumani è una prova dell’incultura democratica della destra», ma dev’essere un colpo di sole, perché abbiamo sottolineato (come avevamo immediatamente scritto nel caso di Ilaria Salis) che chiunque merita condizioni carcerarie decorose. Grimaldi riattacca: «Un detenuto di cui la famiglia non sa nulla da un anno dovrebbe allarmare. A noi questo scoop degli ovuli, che Libero spara come una bombetta pensando di fare morti e feriti, non costerna neanche un po’». Forse non è il caldo. L’ambasciata italiana si è schierata con l’avvocato difensore di Passeri per il trasferimento in Italia, ed è di inizio luglio l’ultimo intervento. Tornando al processo, la convalida dell’arresto è avvenuta il 10 ottobre 2023, e la prima udienza è del 22 maggio scorso. La prossima a settembre.

«Passeri non è Padre Pio», ha commentato il vicecapogruppo di Fdi a Montecitorio, Alfredo Antoniozzi. «Ci auguriamo venga estradato e confidiamo nel lavoro di Tajani, a cui va il nostro affetto dopo gli assurdi attacchi della sinistra». Piccoli progressisti friggono.