L'udienza preliminare

Morte Borsellino, i figli contro Presidenza del Consiglio e Viminale: "Responsabili civili del depistaggio"

Nel corso della prima udienza preliminare di giovedì 11 luglio svoltasi a Caltanissetta, Fiammetta, Lucia e Manfredi Borsellino - figli del giudice Paolo - hanno sollecitato la citazione come responsabile civile della Presidenza del Consiglio dei ministri e del ministro dell'Interno. "Noi siamo sempre presenti in ogni sede dove si possa ristabilire la verità - dichiarano gli avvocati Fabio Trizzino e Vincenzo Greco, legali dei figli di Paolo Borsellino - sempre fedeli all'eredità morale del giudice Paolo Borsellino. Abbiamo massima fiducia nei confronti delle istituzioni e della magistratura in particolare. Questo processo è un'appendice del processo principale che si è concluso che fa parte di una cornice all'interno della quale sembra esserci il coinvolgimento di vari livelli istituzionali".

Come riporta il Corriere, gli agenti indagati sulla strage di via D'Amelio sono Giuseppe Di Gangi, Vincenzo Maniscaldi, Angelo Tedesco e Maurizio Zerilli. E sono gli stessi che federo parte del pool investigativo "Falco Borsellino". "Non ricordo", le due parole pronunciate troppo spesso durante il processo di primo grado nei confronti di altri tre agenti accusati di aver depistato le indagini sulla strage di via D'Amelio. Sono assistiti dagli avvocati Giuseppe Panepinto e Giuseppe Seminara (oggi sostituito dall'avvocato Riccardo Lo Bue). In aula erano presenti, Vincenzo Maniscaldi e Giuseppe Di Gangi. A sostenere l'accusa il Pm Maurizio Bonaccorso.

 

 

"Anche quest'anno - ha detto Salvatore Borsellino -, come e ancor più degli altri anni, le manifestazioni per l'anniversario della strage di via D'Amelio non saranno, come purtroppo ormai succede per il 23 maggio, una parata e un'occasione di passerelle per personaggi istituzionali anche reduci da condanne penali per contiguità alla mafia, per amministratori eletti grazie all'appoggio della mafia e per chi vuole fare passare queste stragi soltanto come stragi di mafia. Ma denunceremo i depistaggi e le falsificazioni che ancora, a più di 30 anni di distanza, allontanano la verità e la giustizia per quella che è stata invece una strage di Stato".