Bufera in rai

Petrolio su Rai 3, l'accusa di Gasparri: "Su Toti hanno virato sul fango", scoppia il caso

Guardando la puntata qualche dubbio è venuto anche a chi scrive questo articolo. Un'inchiesta di Petrolio, condotto da Duilio Giammaria, su Rai Tre, a indagine giudiziaria ancora aperta e con un Riesame che deve esprimersi sulla revoca dei domiciliari di Giovanni Toti, ha gettato qualche ombra sul caso e tra le righe ha tirato conclusioni affrettate. Intercettazioni selezionate per bene e mandate in video per raccontare il caso Toti.

E così il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri con una nota stigmatizza quanto accaduto nella seconda serata di Rai Tre di ieri sera, lunedì 8 luglio: "Da programma di approfondimento a Report di seconda fascia. Questo è diventato Petrolio, ha virato sul fango e, in onda la domenica sera su Rai3, Petrolio ha aggredito la vicenda che riguarda Toti e la Liguria, anche con sentenze stile 'vox populi' già anticipatamente emesse. Ma questa è la televisione faziosa tipica di alcuni autori e programmi della Rai. La cosa sorprendente è che il finale moralistico è stato affidato a Piercamillo Davigo. Il quale, da ex protagonista della stagione 'Mani Pulite', ha emesso una sentenza di condanna generalizzata nei confronti del mondo politico e di quelli che non sono Davigo. Peccato che Davigo, nel frattempo, da moralista degli anni ’90 è diventato un condannato del nuovo millennio".

 

 

Ma non finisce qui. Gasparri ha rincarato la dose: "Dovrebbe sapere Duilio Giammaria che Davigo è stato condannato in primo ed in secondo grado per dei gravi fatti che ha commesso durante il suo mandato al Csm. Erigerlo quindi a censore sugli schermi del servizio pubblico è una scelta vergognosa e non opportuna. Lo dico per esprimere liberamente il mio pensiero, dopodiché ’Petroliò continuerà a rimestare il fango con i condannati, eretti a moralisti, mentre quelli non ancora processati sono lapidati come se fossero stati condannati. Ognuno interpreta la giustizia a modo suo. L’interpretazione di Duilio Giammaria e dei suoi autori è tendenziosa e inaccettabile".