Urne chiuse

Francia, Cacciari porta a scuola la sinistra: "Di che vittoria parliamo? Solo ammucchiate"

Roberto Tortora

Il risultato delle elezioni in Francia ha stupito tutti, con un’affluenza record del 66,7% e la “gauche” del Nuovo Fronte Popolare di Jean-Luc Mélenchon a trionfare con 182 seggi. Alle sue spalle Ensemble di Macron con 168, quindi il Rassemblement National di Le Pen con 143, i veri sconfitti di questa tornata elettorale. Quale governo, però, spetta ora alla Francia e quali alleanze saranno possibili? Intervistato da Repubblica, Massimo Cacciari fa un’analisi post-voto e subito mette in discussione la vittoria: “Macron e Mélenchon potranno governare insieme? Pare di no, e allora di che vittoria parliamo? Fino a ieri Mélenchon scendeva in piazza contro Macron. Sono contento, dico: ‘Bene. Primum vivere’. La sinistra vive. Molto bene. Ma vivere non è governare. Non è fare politica. Dopodiché come tutti ho tirato un sospiro di sollievo. Meglio un asino vivo che un dottore morto”.

Quale futuro ora per la Francia? “Marine Le Pen perde per effetto del meccanismo elettorale francese, se gli altri si coalizzano al secondo tu sei perduto. Ha preso una legnata - ha spiegato il filosofo -. Ma solo perché gli altri si sono coalizzati. Se le forze anti destra non sapranno governare, Le Pen la prossima volta prenderà il 40 per cento. E la volta dopo il 45. Macron ora dovrebbe dare l’incarico a Mélenchon, se è intelligente lo farà. Sarebbe il secondo colpo, dopo le elezioni anticipate anti-Le Pen. Un grande bluff riuscito benissimo”. Secondo lui, dovrebbe farlo perché "Mélenchon, senza l’appoggio di Macron, non ha né i numeri né le idee per governare autonomamente, e finirebbe per andare a sbattere, ridando fiato al centro”.

 

 

 

Parlando del leader del Nuovo Fronte Popolare, l'ex sindaco di Venezia ha fatto riferimento alla leader del Pd: “Gli riconosco di avere messo in piedi, seppur in modo abborracciato, una sinistra che parla della questione sociale. Come fa da noi la segretaria Schlein. Con Hollande la sinistra era scomparsa. Così come era scomparsa da noi dopo gli anni di Renzi e Letta. È un passo avanti. Macron invece è stato abile, abilissimo. Sfruttando in pieno il sistema elettorale”. Sulla possibilità che la sinistra italiana emuli quella francese, invece, Cacciari ha detto che bisognerebbe "consolidare quel minimo di intesa che si è costruita tra il Pd e 5Stelle, senza predicare queste intese come si trattasse di Comitati di liberazione nazionale”. Allo stesso tempo, però, ha sottolineato: "C’è sì una destra, e una destra dura, da combattere in Europa, una destra che va molto oltre alle Le Pen e alle AfD, e non la si combatte soltanto con le ammucchiate".