Orgoglio
Francia, Giorgia Meloni: "Eravamo abituati a un'Italia instabile, oggi la realtà è diversa"
Una Giorgia Meloni a tutto campo, quella che parla all'arrivo a Washington per il vertice Nato. Il primo pensiero del premier è per l'orrore avvenuto a Kiev, il bombardamento russo all'ospedale pediatrico. Le immagini dei bambini in strada dopo l'attacco della struttura "mi sembrano spaventose. Quando si aggredisce così la popolazione civile, con questa veemenza, accanendosi sui bambini, i segnali che arrivano sono decisamente altri rispetto a quelli che una certa propaganda russa vorrebbe far passare", ha rimarcato il presidente del Consiglio.
Passando alla realtà europea, quando le chiedono se la formazione dei Patrioti di Viktor Orban possa essere letta come un assist alla Russia, Meloni risponde: "L'idea di un gruppo apertamente filoputiniano mi sembra una ricostruzione da osservatori".
Quindi il voto francese. La lettura di una sconfitta del Rassemblement National nelle elezioni francesi è "un po' semplicistica", perché "la verità è che non può cantare vittoria nessuno", sottolinea Meloni. "Nessuno dei tre schieramenti si è affermato" e "nessuno dei tre schieramenti è in grado di governare da solo". Inoltre, continua la premier parlando con i giornalisti, "all'interno di alcuni di questi schieramenti ci sono anche di differenze molto evidenti, quindi vedremo che cosa accadrà". Il dato, prosegue, è che "nessuno ha vinto le elezioni" e il Rassemblement National "per paradosso è quello che guadagna più seggi".
La formazione del nuovo governo, ritiene il presidente del Consiglio, "non sarà facile, ma su questo non mi addentro, perché non sono dinamiche che mi competono". Quanto al quadro europeo generale, Meloni sottolinea "eravamo abituati a un tempo nel quale l'Italia era la nazione instabile in un Europa che aveva tendenzialmente, soprattutto tra le grandi nazioni, governi molto solidi. Oggi, vediamo una realtà molto diversa, un'Italia con un governo molto solido, in un Europa nella quale invece ci sono governi meno stabili del nostro", conclude Giorgia Meloni.