Vista dal centro

Casini gela la Schlein: "Così Meloni al potere per altri 10 anni"

L'ammucchiata anti-Le Pen? Può funzionare in Francia (forse), ma non in Italia dove meccanismi politici e situazione polita sono ben diverse. Elly Schlein è tentata dal replicare l'alleanza elettorale forzata della sinistra, che ha portato alla nascita del Nuovo Fronte Popolare e che ora al ballottaggio si è di fatto unita al presidente Macron, unicamente per impedire a Marine, Jordan Bardella e al Rassemblement National di ottenere la maggioranza assoluta dei seggi all'Assemblea nazionale. Ma a metterla in guardia, in una succosa intervista a Repubblica, è Pier Ferdinando Casini: "Senza l'inclusione di un'area moderata convincente nel centrosinistra non si vince". 

"Il bipolarismo rende inutile il centro autonomo, mentre non lo è affatto se si ragiona in termini di coalizione", sottolinea l'ex presidente della Camera, "l'ultimo dei democristiani" eletto in Senato proprio tra le fila del Pd, da indipendente. Alle scorse elezioni europee i dem sono andati "benissimo, non bene. Ma non sono autosufficienti", prosegue Casini che sul tema del possibile leader aggiunge: "Si vota tra tre anni. Non impicchiamoci al toto nomi. E' necessario avere chiaro il problema. Poi in politica vince chi si prende gli spazi: se c'è qualcuno che se la sente si faccia avanti". 

 

 

 

L'errore da non fare è "pensare che con la discriminante ideologica si vincano le elezioni. C'è un'ampia fetta di antifascisti che ha votato per Meloni alle ultime elezioni". Una frase che farà impazzire parecchi commentatori e leader a sinistra, dalla Schlein a Fratoianni, Bonelli, Giuseppe Conte, sempre pronti a giocarsi la carta della "dittatura" e del "ritorno del fascismo" come passepartout per aggiudicarsi qualche voto nelle urne o qualche punto in più nei sondaggi. 

Per quanto riguarda le elezioni in Francia "mi auguro per l'Italia, e per Giorgia Meloni, che Marine Le Pen non faccia cappotto. E che si crei la possibilità di formare una coalizione repubblicana", osserva Casini, perché "una vittoria delle destre finirebbe per spingerla verso derive lepeniste. Penso che la prima ad augurarsi che non finisca così è lei stessa", aggiunge riferendosi alla premier italiana. 

 

 

 

Il Fronte popolare composto da France Insoumise di Melenchon, socialisti, comunisti e verdi "lo vedo con terrore autentico. La desistenza in Francia - spiega ancora Casini - è obbligatoria. Ma non prenderei il Fronte a modello per l'Italia, perché significherebbe consegnare il Paese alla Meloni per altri dieci anni. E' la pars destruens. Noi dobbiamo puntare alla pars costruens. Il modello dev'essere la Gran Bretagna, non la Francia, dove gli esponenti del Fronte fanno il pugno chiuso davanti al Parlamento". 

Dentro Forza Italia comincia a farsi largo un'area liberal, suggerisce Repubblica. "E va salutata con favore. Del resto Berlusconi aveva radicato il suo partito nel Ppe. Ho trovato molto significativa l'uscita di Marina Berlusconi sui diritti: un avviso - sottolinea - a non scivolare nell'oscurantismo". Secondo Casini, Marina Berlusconi "è troppo intelligente per coltivare un disegno politico. Però ha capito che la pluralità fa vincere. Ed è esattamente quel che servirebbe al centrosinistra".