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Ilaria Salis, addio immunità? I documenti su cui si gioca tutto: tam-tam a Bruxelles
Il rientro di Ilaria Salis dall'Ungheria in Italia è stato possibile solo grazie alla sua elezione al Parlamento europeo con Avs, cosa che le ha garantito l'immunità e di conseguenza la possibilità di lasciare il Paese in cui è sotto accusa per aggressione. Tuttavia, nelle scorse ore è circolata la voce secondo cui il Tribunale di Budapest avrebbe contattato la presidenza del Parlamento europeo per richiedere la revoca dell'immunità parlamentare dell'attivista italiana. Ma è possibile? Quando l'immunità può davvero decadere?
L'immunità fa sì che i membri del Parlamento europeo non possano essere ricercati, detenuti o perseguiti per le proprie opinioni o per i voti espressi nella loro veste di deputati al Parlamento europeo. Si tratta di un istituto che in Europa ha duplice valenza: da una parte è un’immunità analoga a quella concessa ai membri del parlamento nazionale nel territorio dello Stato membro di origine; dall'altra è un'immunità che prevede l'esenzione da ogni provvedimento di detenzione e da ogni procedimento giudiziario nel territorio di ogni altro Stato membro.
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Ci sono dei casi, però, in cui l'immunità non può essere invocata, per esempio nel caso di flagrante delitto. E altri in cui invece può essere revocata o difesa. In quest'ultimo caso, la richiesta può arrivare da un'autorità nazionale competente. A quel punto il presidente del Parlamento annuncia la richiesta in aula e la deferisce alla commissione parlamentare competente, la commissione giuridica. Quest'ultima, acquisite tutte le informazioni necessarie e sentito eventualmente il deputato interessato, adotta e presenta a tutto il Parlamento una raccomandazione di approvare o respingere la richiesta di revocare o difendere l'immunità. Dopodiché la palla passa all'Eurocamera, che si esprime a maggioranza semplice. Se l'immunità viene revocata, il deputato non decade, dal momento che il mandato è nazionale e non può essere revocato da un'altra autorità.