Perdere la faccia

Aboubakar Soumahoro senza vergogna: come sfrutta la tragedia dell'indiano morto

Daniele Dell'Orco

Come se non fosse già abbastanza tragica la notizia della morte di Satnam Singh, il lavoratore indiano 31enne che lunedì pomeriggio aveva perso un braccio nei campi dell’area agricola dell’Agro pontino, a rendere tutto ancora più terribilmente surreale ci si sono messe le reazioni della sinistra, così affetta da incontinenza digitale che scrive sui social incolpando il governo di ogni cosa, ma dimenticando che sono le proprie prodezze ideologiche a contribuire ad alimentare caporalato e sfruttamento dell’immigrazione.

A tenere alta la bandiera dell’inadeguatezza colui che sarebbe dovuto essere il rappresentante in Parlamento degli ultimi e dei senza volto ed è finito invece per ritrovarsi moglie, suocera e cognati a processo per le cooperative coinvolte nella gestione fraudolenta di migranti e minori non accompagnati: Aboubakar Soumahoro.

Anziché starsene in silenzio, Soumahoro, che staziona addirittura in commissione Lavoro, sostiene che sarebbe davvero il massimo se la morte di Singh facesse da volano per ottenere la regolarizzazione «di tutti gli invisibili delle nostre campagne, da nord a sud - perché, dice- è l’unico modo per strapparli dall’illegalità e riconoscere loro diritti e dignità». Per risolvere il problema Soumahoro propone quindi una sorta di “condono migratorio” e documenti a cascata.

 

Nemmeno i suoi padri putativi politici, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, riescono a trattenersi. Il primo sostiene che il governo e le istituzioni debbano intervenire «su una cultura dello sfruttamento che deve essere stroncata» poiché finora «non vi è stata traccia di questo impegno». Smentito immediatamente dal Consiglio dei Ministri di ieri, durante il quale il premier Giorgia Meloni ha definito “disumana” la vicenda di Latina ed ha invocato “dure punizioni”, mentre invece il Ministro del Lavoro, Marina Calderone, ha illustrato le iniziativepensate in questi mesi, mentre Fratoianni dormiva, per combattere lo sfruttamento sul lavoro: una su tutte la reintroduzione del reato di somministrazione illecita di manodopera.

Il suo gemello diverso Bonelli fa ancora peggio. Lesto a vergare sui social una nota in cui condanna l’accaduto, propone come rimedio la cancellazione della legge Bossi-Fini. Ne approfitta poi per condannare il “silenzio” di Francesco Lollobrigida. Peccato che il Ministro dell’Agricoltura, neanche a farloapposta, esca con un post pochi secondi dopo, esprimendo cordoglio per Singh «vittima innocente di un sistema criminale che sfrutta gli esseri umani in nome di un profitto ingiusto».

 

Oggi i due Ministri terranno una riunione con la partecipazione delle rappresentanze sindacali e datoriali e dei soggetti pubblici competenti ed hanno già preparato un’informativa per introdurre una stretta sui caporali. Lollobrigida ha poi sottolineato le responsabilità di chi «ha fatto poco o nulla in passato per impedire che la situazione degenerasse». E che persevera, perfino.

Mentre strumentalizzano una morte per riproporre con forza i deliri delle proprie agende politiche, i progressisti infatti ignorano scientemente il legame, certificato da un numero infinito di inchieste (ad esempio la Relazione semestrale Dia del 2018), tra il caporalato, la criminalità organizzata e il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Lo schema preferito da chi sfrutta gli esseri umani nei campi è sempre lo stesso: facilitare l’arrivo di irregolari e sfruttare i meccanismi di accoglienza per accaparrarsi più “invisibili” possibili da schiavizzare. In ogni step di questa filiera c’è qualcuno che ci lucra e che la trasforma in mangiatoia. È così da tempo (solo dal 2017 a oggi sono morti 1500 braccianti agricoli in Italia a causa del loro lavoro, la sinistra dov’era?), e la zona pontina dei “Borghi dell’Ovest” dov’è morto Satnam Singh è una delle più tradizionalmente colpite dal fenomeno quantomeno nell’Italia centrale. La stessa, tra l’altro, su cui insistono altri giri loschi intorno all’area della ex centrale nucleare e della famosa discarica di cui parlò il pentito di camorra, Carmine Schiavone, che confessò l’interramento in loco di tonnellate di rifiuti tossici, a riprova del legame tra latifondisti (e quindi anche imprenditori agricoli) e mafie.

Anziché concentrarsi su questo, i condor della sinistra preferiscono lamentarsi dell’esistenza di una fantomatica TeleMeloni (la senatrice Pd Susanna Camusso, ex leader Cgil, ha annunciato un’interrogazione parlamentare sull’intervista del Tg1 al padre del datore di lavoro del bracciante sikh); si mobilitano per scendere in piazza per la milionesima volta (Elly Schlein, segretario dem, annuncia la propria presenza allo sciopero dei sindacati domani a Latina); tirano in ballo l’accordo sull’accoglienza tra Italia e Albania (la senatrice Pd Sandra Zampa scrive: «Una vergogna indicibile a cui Meloni ha aggiunto la deportazione in Albania»). Come confondere la soluzione con il problema.