Fiasco

Pd e M5s in piazza contro Meloni, Renzi e Calenda danno buca

Elisa Calessi

Sarà la prima piazza delle opposizioni dopo il voto delle elezioni europee. Già il luogo è evocativo: la manifestazione convocata per oggicontro l’autonomia, in difesa dell’unità nazionale, sarà nello slargo davanti alla Basilica dei Santi Apostoli, dove aveva sede l’Ulivo e dove tante volte, il centrosinistra guidato da Romano Prodi, si è riunito.

La star sarà, la previsione è facile, Elly Schlein, uscita vincitrice dal voto delle Europee. Ci sarà anche Giuseppe Conte, uscito molto male, invece, dal voto delle urne anche se la sua leadership, per ora, non sembra in discussione. Ci saranno i leader di Alleanza Verdi Sinistra, la vera sorpresa di queste elezioni, trainata dalla candidata Ilaria Salis. E ci sarà +Europa, scottata dall’esperienza finita male della lista di scopo con Italia Viva. Non ci saranno, però, gli altri protagonisti del centro della coalizione: sia Italia Viva, sia Azione, infatti, hanno fatto sapere che non parteciperanno. «Faremo opposizione alle riforme della maggioranza e la faremo senza sconti nelle aule del Parlamento», ha spiegato Matteo Richetti, capogruppo di Azione alla Camera. Quanto a Italia Viva, fonti interne al partito spiegano che se si fosse voluta organizzare una manifestazione unitaria di tutte le opposizioni, «si sarebbe dovuto convocare un incontro con tutti i partiti per decidere insieme la piattaforma, cosa che invece non è stata fatta: è stata prima organizzata e convocata la manifestazione e poi è stata invitata Italia Viva che», viene osservato, «sarebbe una semplice ospite del Pd». 

 

Assenze che evidenziano il problema, o almeno uno dei problemi, che ha davanti Schlein: la mancanza di un centro, di un’area moderata, importante se si vuole costruire un’alternativa e a maggior ragione se il Pd, a guida Schlein, sceglie di rappresentare un’identità più di sinistra. Il problema è ben presente ai piani alti del Nazareno e ai consiglieri o ai simpatizzanti di Schlein. Prova ne è il tentativo di Goffredo Bettini, nelle settimane scorse, di coinvolgere Francesco Rutelli, ex vicepremier ed ex leader della Margherita, per riunificare il terzo polo o comunque un’area riformista, dopo la debàcle degli Stati Uniti d’Europa e di Azione. Una proposta a cui, l’ex vicepremier, ha gentilmente risposto con un “no grazie”. Anche perché l’area, al momento, è complicata da riunificare, essendo occupata da personalità, Matteo Renzi e Carlo Calenda, che di unirsi non hanno alcuna intenzione. Ma il problema c’è. E Schlein lo ha ben chiaro.

Intanto Schlein guarda ai negoziati in Europa, che condurrà personalmente con il resto della famiglia socialista. Dunque oggi in piazza si presenterà un centrosinistra ristretto, formato da Pd, M5S, Alleanza verdi e sinistra e +Europa - a cui si aggiungerà il Psi. Fino a ieri sera si è limato il programma della giornata che si svolgerà parallelamente ai lavori parlamentari del Senato, dove è previsto il voto sul premierato, e alla Camera, dove si riprenderanno i lavori sull'Autonomia Differenziata sospesi dopo la bagarre scoppiata a Montecitorio che ha coinvolto Leonardo Donno, del M5S. E proprio da quell’episodio è nata l’idea della piazza tricolore. «Venite in tanti in piazza, facciamoci vedere, sventoliamo il nostro Tricolore.

 

Diciamo no a questo clima, diciamo no a questi tentativi di vile aggressione», è stato l’appello che Giuseppe Conte ha fatto seguire alla nota siglata da Pd, M5s, Avs e +Europa. Il tricolore, dunque, come «risposta alla violenza della maggioranza». Ci saranno, dunque, i tricolori, ma non le bandiere dei singoli partiti. I leader parleranno, ma non ci saranno solo politici. L’idea è di mantenere un clima di spontaneità, alternando gli interventi dei leader a quelli di studenti, esponenti del Terzo Settore.